di GIORGIO PATTERA
«Che il cielo faccia
"qualcosa" all'uomo è ovvio…
… ma che cosa in particolare
rimane un mistero»
Giovanni Keplero, l'uomo che
formulò le leggi del moto planetario, rispondeva in questo modo a chi gli
chiedeva di pronunciarsi sull'Astrologia, quella che egli chiamava "la
figliastra dell'Astronomia".
Tutti credono che il grande
astronomo, da uomo di scienza qual era, fosse un violento oppositore
dell'Astrologia: ma non è vero. Anzi, dedicava una parte del suo tempo agli
studi astrologici, per guadagnarsi da vivere (evidentemente, allora come ora,
la Scienza, quella ufficiale, non rendeva...) e, oltretutto, sembra che fosse
abbastanza preciso nelle sue "predizioni". Egli era convinto che
"qualche utile e sacra conoscenza" si celasse dietro la moltitudine
di profeti, indovini (e ciarlatani) di cui pullulava già allora l'umano
consesso: “La credenza popolare nell'influsso delle costellazioni sulle
caratteristiche della personalità umana deriva in primo luogo dall'esperienza
di millenni di storia ed è così convincente che può essere denigrata solo dalla
gente che non l'ha mai esaminata”.
I concetti che andremo ad esporre
in questo articolo non vogliono certamente avere la pretesa di squarciare, una
volta per tutte, quel velo di mistero di cui parlava il matematico di Weil,
bensì vanno interpretati come ipotesi di lavoro, dal punto di vista biologico,
sulla reale possibilità di influenza da parte dei cicli cosmici sulla trasmissione
delle "informazioni", al momento della fusione tra i gameti. In altri
termini, il discorso va focalizzato (a nostro avviso) non tanto sulla nascita,
bensì sul concepimento: il problema si sposta quindi di nove mesi (questo
perlomeno in condizioni "standard"), ma è ben lungi dall'essere
risolto. Vediamo come si potrebbe fare...
La Genetica insegna che il
corredo cromosomico delle cellule umane è costituito da 46 cromosomi, suddivisi
in due serie omologhe di 23 esemplari ciascuna. Tuttavia l'ultima coppia (la
23°, per l'appunto) differisce per il fatto che nelle cellule appartenenti ad
individui di sesso femminile troviamo un assetto di tipo "XX", mentre
in quelle maschili l'assetto risulta di tipo "XY". Questo è valido per
le cellule somatiche (diploidi = 2n), mentre in quelle germinali (aploidi = n)
il processo di "dimezzamento" del corredo cromosomico (meiosi) che si
verifica in esse conduce alla formazione, nell'ovocellula, di assetti
"X" al 100%, mentre nello spermatozoo si equivalgono quelli
"X" (50%) e quelli "Y" (50%). Ne consegue che, per quanto
riguarda la determinazione del sesso del nascituro, la
"responsabilità" è solo del maschio.
Ma non è di questo che vogliamo
parlare. Sappiamo che, al momento della fusione dei gameti, il patrimonio
paterno e materno si riuniscono in un'unica neo-cellula, lo zigote, e che le
"informazioni" che andranno strutturando via via il feto sono
trasmesse mediante i cromosomi. I quali, com'è noto, sono sempre gli stessi
(parliamo, ovviamente, di cromosomi integri), in qualunque parte dell'anno
avvenga l'accoppiamento tra i partners. Come si può spiegare, allora,
l'indiscutibile affinità (nel carattere, nelle attitudini e, a volte, perfino
in alcune conformazioni somatiche) degli individui nati, ad es., tra il 21
aprile ed il 20 maggio (segno del Toro)? O, per meglio dire, quelli concepiti
più o meno nello stesso periodo, ma in media nove mesi prima di vedere la luce
(il momento della nascita è palese; molto più complicato risulta risalire a
quello del concepimento, ovviamente...).
A questo punto entra in gioco un
secondo tipo di eredità, non legata ai cromosomi e per questo denominata
"eredità extra-cromosomica". La Biologia insegna che la cellula (il
"mattone" costituente tessuti ed organi) è formata, in estrema
sintesi, dal nucleo (depositario dei cromosomi e quindi dell'eredità legata
alla specie), dal citoplasma circostante e dalla membrana, che la separa dalle
altre consorelle e ne consente gli interscambi. Nel citoplasma sono disperse
altre particelle (diverse dal nucleo e denominate orgànuli o corpuscoli),
alcune di importanza fondamentale per il metabolismo cellulare ed altre più o
meno direttamente interessate alla trasmissione dei caratteri ereditari
generali (plastidi, mitocondri, ecc.). Già a partire dalla fine del secolo
scorso, infatti, molti illustri genetisti hanno preso in seria considerazione
l'ipotesi che il citoplasma possa essere sede di fenomeni ereditari e che
questo aspetto dovesse essere sottoposto a controllo sperimentale. Al termine
del quale è stato accertato che la trasmissione di informazioni per via
citoplasmatica riveste un ruolo importante nei fenomeni dell'induzione e del
differenziamento embrionale (es.: il colore delle foglie in Mirabilis jalapa,
la comune e profumatissima “bella di notte”).
Alla luce di quanto esposto,
considerato che in entrambe le cellule germinali umane è presente una certa
quantità di citoplasma (significativa nell'uovo, meno consistente nello
spermatozoo), siamo giunti a dimostrare che non è assurda l'ipotesi secondo cui
la trasmissione di alcune caratteristiche ereditarie possa essere indipendente
dai cromosomi e legata più precisamente al citoplasma.
Ma perché tanta attenzione
concentrata sul citoplasma cellulare?
Per il fatto che la cellula, da
cui si è sviluppata la Vita sul nostro pianeta, si comporta come un apparecchio
radio in grado di captare, in funzione del moto periodico della Terra
nell'orbita ellittica intorno al Sole, le "trasmissioni" di frequenze
elettromagnetiche provenienti dal Cosmo.
Elucubrazioni fantascientifiche?
Forse; o forse no...
Il Dr. Eugen Jonas, ginecologo e
psichiatra, direttore del Centro di Ricerche sul Controllo Astrologico delle
Nascite della città di Nitra (Slovacchia), ha compiuto un'interessante studio
statistico, della durata di un anno, su 1.252 donne ricoverate presso il suo
Centro. I risultati dell'indagine, pubblicati in lingua inglese, hanno
evidenziato che in 1.214 donne (pari al 97% del "pool" in esame) la
vitalità dell'embrione è influenzata in gran parte dalla posizione di
determinati corpi celesti al momento del concepimento.
Il Prof. Wlodzimiers Sedlak
dell'Università di Lublino (Polonia) affermò che “...La Vita è un'onda
elettromagnetica, generata in un mezzo di semiconduttori proteinici. Si
potrebbe parlare, riguardo al metabolismo cellulare, di conversione reciproca
tra fonti diverse di energia, piuttosto che di trasformazione di materia in
energia. Il problema della natura della vita può, in ultima analisi, ridursi ai
concetti di plasma e di campi elettromagnetici...”.
Nel 1967 il Dr. Inyushin
(biofisico) e il Dr. Grishchenko (ingegnere), dell'Università di Stato di Alma
Ata (Kazakhstan), postularono per primi l'esistenza del BIOPLASMA () e ne
determinarono le caratteristiche: «E' un sistema organizzato estremamente
complesso, matrice del "campo elettrico biologico" o biocampo, una
specie di "ologramma congelato", ogni frammento del quale possiede
una caratteristica delle proprietà essenziali dell'intero organismo. Il
bioplasma, dunque, è una struttura variabile in cui si distribuiscono parecchie
specie di onde elettromagnetiche, acustiche e (forse) gravitazionali. Il suo
stato energetico dipende dal "respiro del cosmo": il bioplasma, in
altri termini, non può "respirare" se non in sintonia col ritmo del
Cosmo».
Secondo lo staff del Dr.
Inyushin, quindi, la cellula umana è un’emittente di radiazioni
elettromagnetiche, distinguibili in:
(a) - onde idrodinamiche,
provenienti dal plasma cellulare formato da eccitòni (elettroni eccitati) e di
“buchi” di elettroni (assenza di elettroni)
(b) - onde di frequenze luminose
dello spettro visibile e non visibile
(c) - onde acustiche infrasoniche
Le diverse parti della cellula
emettono frequenze differenti: il nucleo emette luce invisibile UV fra 1900 e
3300 Å, mentre i mitocondri (corpuscoli cellulari ad alta densità ionica,
deputati alla conversione enzimatica delle sostanze nutritive in energia)
emettono luce rossa visibile fra 6200 e 6800 Å (fig. 1).
*plasma = 4° stato ionizzato della materia, a
livelli energetici più alti degli altri tre (solido, liquido, gassoso)
bio-plasma = lo stesso concetto precedente,
applicato alle strutture biologiche
cito-plasma = plasma racchiuso nelle cellule
degli organismi viventi
Secondo i ricercatori Russi,
quindi, il bioplasma è strutturato con un alto grado di ordine (quello che i
fisici chiamano “basso livello entropico”) ed emana un campo elettrico, il
biocampo. Queste prerogative lo distinguono dal plasma semiconduttore non biologico
e potrebbero dare una conferma scientifica a molte credenze
mistico-tradizionali dell’Uomo. Per esempio, il Dr. Viktor G. Adamenko
dell’Università di Mosca si è detto convinto che il bioplasma sia coinvolto
nell’agopuntura, nella terapia laser e nel trasferimento di energia fra
guaritore e paziente nel processo di “imposizione delle mani” (pranoterapia),
una forma di guarigione non certo sconosciuta nell’ex-Unione Sovietica,
nonostante gli indiscutibili accostamenti a sfondo spiritualistico che questa diffusissima
pratica ancor oggi implica.
Per la soluzione di molti
misteri, come per l’appunto l’interpretazione scientifica dell’influenza
astrale sul carattere delle persone, occorre quindi non trascurare i possibili
influssi cosmobiologici provenienti dalla ionosfera, dal Sole ed oltre.
Lo Spazio che circonda la Terra è
pieno di energie pulsanti, nessuna delle quali è interamente conosciuta
dall’Uomo.
Quello in cui viviamo è un
Universo di movimenti perpetui in ogni direzione, in cui nulla, dalle particelle
subatomiche ai pianeti, è mai in condizioni di riposo. La vita sulla Terra è
nata sotto queste condizioni e si è progressivamente adattata ad esse: l’Uomo
sbaglia, quando si adagia in quell’effimero senso di sicurezza che gli deriva
dall’apparente costanza e regolarità dell’ambiente cosmico. Il quale è
tutt’altro che costante e regolare e, oltre certi limiti, neppure prevedibile.
Esistono correlazioni energetiche
diverse dai fotoni (= la luce visibile) tra la Terra e il Sole, alcune anche
molto forti: ad es. tra l’attività solare e le condizioni elettromagnetiche
terrestri; a queste ultime, com’è noto, sono strettamente legati gli effetti su
piante, animali e uomini.
L’Uomo, come tutte le creature
viventi, è un sistema elettromagnetico immerso in un ambiente elettromagnetico,
da cui, volente o nolente, conscio o inconscio, non può isolarsi. Un evento che
si origina da un lontano “quasar” può essere collegato ad un evento nel nostro
cervello; quest’ultimo risponde in molti più modi di quelli che può coscientemente
identificare. Il nostro non è un Universo composto di “parti” isolate; noi
siamo costituiti dello stesso materiale di cui è fatto il Cosmo e rispondiamo
alle stesse forze che guidano e formano il Tutto. Una stella, un pianeta e
l’acqua (idrogeno e ossigeno) che costituisce per il 75% il nostro organismo
sono in continua risonanza.
Il fatto che alcune energie che
ci pervengono dallo spazio esterno sono cicliche indica che altrettante nostre
azioni future sono preordinate. L’efficacia delle forze invisibili non è
funzione della loro forza o della loro debolezza: possiamo resistere a raffiche
di vento in grado di sradicare un albero, se siamo preparati a fronteggiarle,
mentre possiamo risentire mentalmente o fisicamente di un’improvvisa variazione
di quantità o qualità di energia, così debole da non poter essere percepita coi
nostri sensi né rilevata dalle apparecchiature più sofisticate. Una luce che
non possiamo vedere (ultravioletto) o una frequenza acustica che non possiamo
udire (ultrasuono) possono arrecarci danni irreparabili...
Concludendo questo breve saggio
con una similitudine presa a prestito da questa era traboccante di tecnologia,
possiamo paragonare la Terra ad un’apparecchiatura radioricevente, lo spazio
cosmico ad un’antenna che veicola i messaggi elettromagnetici e l’Universo ad
una stazione trasmittente. Ogni punto dell’orbita ellittica che il nostro
pianeta percorre intorno al Sole corrisponde alla “sintonia fine” della
stazione ricevente: in tal modo la Terra è in grado di captare, in ognuno di
questi punti, “informazioni” sempre diverse, informazioni che di conseguenza,
come il “testimone” in una staffetta, verranno trasmesse mediante il citoplasma
delle cellule germinali alla generazione futura, nell’attimo del concepimento.
La qual cosa, ovviamente, è tutta
da dimostrare...
«La scoperta consiste nel trovare
quello che è sempre stato lì, ma la cui conoscenza è stata sepolta sotto una
rigida crosta di matrice convenzionale, che ingabbia i pensieri in un circolo
vizioso». (A.KOESTLER)
ALCUNI ESEMPI DI ANOMALIE GENETICHE
Monosomia del cromosoma X (Sindrome di Turner)
Sindrome di Klinefelter
Trisomia del cromosoma 21 (Sindrome di Down)
BIBLIOGRAFIA
============
G.Montalenti - INTRODUZIONE alla
GENETICA - UTET, Torino 1971
G.L.Playfair / S. Hill - Gli
INFLUSSI del COSMO sulla VITA TERRESTRE - MEB, Torino 1981
PER APPROFONDIMENTI: