“Solo se sei pronto a considerare possibile l’impossibile,

sei in grado di scoprire qualcosa di nuovo”.

(Johann Wolfgang Goethe)

“L’importante è avere un pensiero indipendente:

non si deve credere, ma capire”

(Hubert Revees)


“L’Uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando”

(Hubert Revees)

sabato 13 giugno 2020

SIAMO FIGLI DELLE STELLE? Eredità extra-cromosomica e determinazione della personalità



                                                             di GIORGIO PATTERA


«Che il cielo faccia "qualcosa" all'uomo è ovvio…
… ma che cosa in particolare rimane un mistero»

Giovanni Keplero, l'uomo che formulò le leggi del moto planetario, rispondeva in questo modo a chi gli chiedeva di pronunciarsi sull'Astrologia, quella che egli chiamava "la figliastra dell'Astronomia".
Tutti credono che il grande astronomo, da uomo di scienza qual era, fosse un violento oppositore dell'Astrologia: ma non è vero. Anzi, dedicava una parte del suo tempo agli studi astrologici, per guadagnarsi da vivere (evidentemente, allora come ora, la Scienza, quella ufficiale, non rendeva...) e, oltretutto, sembra che fosse abbastanza preciso nelle sue "predizioni". Egli era convinto che "qualche utile e sacra conoscenza" si celasse dietro la moltitudine di profeti, indovini (e ciarlatani) di cui pullulava già allora l'umano consesso: “La credenza popolare nell'influsso delle costellazioni sulle caratteristiche della personalità umana deriva in primo luogo dall'esperienza di millenni di storia ed è così convincente che può essere denigrata solo dalla gente che non l'ha mai esaminata”.

I concetti che andremo ad esporre in questo articolo non vogliono certamente avere la pretesa di squarciare, una volta per tutte, quel velo di mistero di cui parlava il matematico di Weil, bensì vanno interpretati come ipotesi di lavoro, dal punto di vista biologico, sulla reale possibilità di influenza da parte dei cicli cosmici sulla trasmissione delle "informazioni", al momento della fusione tra i gameti. In altri termini, il discorso va focalizzato (a nostro avviso) non tanto sulla nascita, bensì sul concepimento: il problema si sposta quindi di nove mesi (questo perlomeno in condizioni "standard"), ma è ben lungi dall'essere risolto. Vediamo come si potrebbe fare...

La Genetica insegna che il corredo cromosomico delle cellule umane è costituito da 46 cromosomi, suddivisi in due serie omologhe di 23 esemplari ciascuna. Tuttavia l'ultima coppia (la 23°, per l'appunto) differisce per il fatto che nelle cellule appartenenti ad individui di sesso femminile troviamo un assetto di tipo "XX", mentre in quelle maschili l'assetto risulta di tipo "XY". Questo è valido per le cellule somatiche (diploidi = 2n), mentre in quelle germinali (aploidi = n) il processo di "dimezzamento" del corredo cromosomico (meiosi) che si verifica in esse conduce alla formazione, nell'ovocellula, di assetti "X" al 100%, mentre nello spermatozoo si equivalgono quelli "X" (50%) e quelli "Y" (50%). Ne consegue che, per quanto riguarda la determinazione del sesso del nascituro, la "responsabilità" è solo del maschio.


Ma non è di questo che vogliamo parlare. Sappiamo che, al momento della fusione dei gameti, il patrimonio paterno e materno si riuniscono in un'unica neo-cellula, lo zigote, e che le "informazioni" che andranno strutturando via via il feto sono trasmesse mediante i cromosomi. I quali, com'è noto, sono sempre gli stessi (parliamo, ovviamente, di cromosomi integri), in qualunque parte dell'anno avvenga l'accoppiamento tra i partners. Come si può spiegare, allora, l'indiscutibile affinità (nel carattere, nelle attitudini e, a volte, perfino in alcune conformazioni somatiche) degli individui nati, ad es., tra il 21 aprile ed il 20 maggio (segno del Toro)? O, per meglio dire, quelli concepiti più o meno nello stesso periodo, ma in media nove mesi prima di vedere la luce (il momento della nascita è palese; molto più complicato risulta risalire a quello del concepimento, ovviamente...).




A questo punto entra in gioco un secondo tipo di eredità, non legata ai cromosomi e per questo denominata "eredità extra-cromosomica". La Biologia insegna che la cellula (il "mattone" costituente tessuti ed organi) è formata, in estrema sintesi, dal nucleo (depositario dei cromosomi e quindi dell'eredità legata alla specie), dal citoplasma circostante e dalla membrana, che la separa dalle altre consorelle e ne consente gli interscambi. Nel citoplasma sono disperse altre particelle (diverse dal nucleo e denominate orgànuli o corpuscoli), alcune di importanza fondamentale per il metabolismo cellulare ed altre più o meno direttamente interessate alla trasmissione dei caratteri ereditari generali (plastidi, mitocondri, ecc.). Già a partire dalla fine del secolo scorso, infatti, molti illustri genetisti hanno preso in seria considerazione l'ipotesi che il citoplasma possa essere sede di fenomeni ereditari e che questo aspetto dovesse essere sottoposto a controllo sperimentale. Al termine del quale è stato accertato che la trasmissione di informazioni per via citoplasmatica riveste un ruolo importante nei fenomeni dell'induzione e del differenziamento embrionale (es.: il colore delle foglie in Mirabilis jalapa, la comune e profumatissima “bella di notte”).


Alla luce di quanto esposto, considerato che in entrambe le cellule germinali umane è presente una certa quantità di citoplasma (significativa nell'uovo, meno consistente nello spermatozoo), siamo giunti a dimostrare che non è assurda l'ipotesi secondo cui la trasmissione di alcune caratteristiche ereditarie possa essere indipendente dai cromosomi e legata più precisamente al citoplasma.




Ma perché tanta attenzione concentrata sul citoplasma cellulare?

Per il fatto che la cellula, da cui si è sviluppata la Vita sul nostro pianeta, si comporta come un apparecchio radio in grado di captare, in funzione del moto periodico della Terra nell'orbita ellittica intorno al Sole, le "trasmissioni" di frequenze elettromagnetiche provenienti dal Cosmo.

Elucubrazioni fantascientifiche? Forse; o forse no...

Il Dr. Eugen Jonas, ginecologo e psichiatra, direttore del Centro di Ricerche sul Controllo Astrologico delle Nascite della città di Nitra (Slovacchia), ha compiuto un'interessante studio statistico, della durata di un anno, su 1.252 donne ricoverate presso il suo Centro. I risultati dell'indagine, pubblicati in lingua inglese, hanno evidenziato che in 1.214 donne (pari al 97% del "pool" in esame) la vitalità dell'embrione è influenzata in gran parte dalla posizione di determinati corpi celesti al momento del concepimento.

Il Prof. Wlodzimiers Sedlak dell'Università di Lublino (Polonia) affermò che “...La Vita è un'onda elettromagnetica, generata in un mezzo di semiconduttori proteinici. Si potrebbe parlare, riguardo al metabolismo cellulare, di conversione reciproca tra fonti diverse di energia, piuttosto che di trasformazione di materia in energia. Il problema della natura della vita può, in ultima analisi, ridursi ai concetti di plasma e di campi elettromagnetici...”.



Nel 1967 il Dr. Inyushin (biofisico) e il Dr. Grishchenko (ingegnere), dell'Università di Stato di Alma Ata (Kazakhstan), postularono per primi l'esistenza del BIOPLASMA () e ne determinarono le caratteristiche: «E' un sistema organizzato estremamente complesso, matrice del "campo elettrico biologico" o biocampo, una specie di "ologramma congelato", ogni frammento del quale possiede una caratteristica delle proprietà essenziali dell'intero organismo. Il bioplasma, dunque, è una struttura variabile in cui si distribuiscono parecchie specie di onde elettromagnetiche, acustiche e (forse) gravitazionali. Il suo stato energetico dipende dal "respiro del cosmo": il bioplasma, in altri termini, non può "respirare" se non in sintonia col ritmo del Cosmo».

Secondo lo staff del Dr. Inyushin, quindi, la cellula umana è un’emittente di radiazioni elettromagnetiche, distinguibili in:

(a) - onde idrodinamiche, provenienti dal plasma cellulare formato da eccitòni (elettroni eccitati) e di “buchi” di elettroni (assenza di elettroni)

(b) - onde di frequenze luminose dello spettro visibile e non visibile

(c) - onde acustiche infrasoniche

Le diverse parti della cellula emettono frequenze differenti: il nucleo emette luce invisibile UV fra 1900 e 3300 Å, mentre i mitocondri (corpuscoli cellulari ad alta densità ionica, deputati alla conversione enzimatica delle sostanze nutritive in energia) emettono luce rossa visibile fra 6200 e 6800 Å (fig. 1).


 *plasma = 4° stato ionizzato della materia, a livelli energetici più alti degli altri tre (solido, liquido, gassoso)
 bio-plasma = lo stesso concetto precedente, applicato alle strutture biologiche
 cito-plasma = plasma racchiuso nelle cellule degli organismi viventi

Secondo i ricercatori Russi, quindi, il bioplasma è strutturato con un alto grado di ordine (quello che i fisici chiamano “basso livello entropico”) ed emana un campo elettrico, il biocampo. Queste prerogative lo distinguono dal plasma semiconduttore non biologico e potrebbero dare una conferma scientifica a molte credenze mistico-tradizionali dell’Uomo. Per esempio, il Dr. Viktor G. Adamenko dell’Università di Mosca si è detto convinto che il bioplasma sia coinvolto nell’agopuntura, nella terapia laser e nel trasferimento di energia fra guaritore e paziente nel processo di “imposizione delle mani” (pranoterapia), una forma di guarigione non certo sconosciuta nell’ex-Unione Sovietica, nonostante gli indiscutibili accostamenti a sfondo spiritualistico che questa diffusissima pratica ancor oggi implica.

Per la soluzione di molti misteri, come per l’appunto l’interpretazione scientifica dell’influenza astrale sul carattere delle persone, occorre quindi non trascurare i possibili influssi cosmobiologici provenienti dalla ionosfera, dal Sole ed oltre.

Lo Spazio che circonda la Terra è pieno di energie pulsanti, nessuna delle quali è interamente conosciuta dall’Uomo.

Quello in cui viviamo è un Universo di movimenti perpetui in ogni direzione, in cui nulla, dalle particelle subatomiche ai pianeti, è mai in condizioni di riposo. La vita sulla Terra è nata sotto queste condizioni e si è progressivamente adattata ad esse: l’Uomo sbaglia, quando si adagia in quell’effimero senso di sicurezza che gli deriva dall’apparente costanza e regolarità dell’ambiente cosmico. Il quale è tutt’altro che costante e regolare e, oltre certi limiti, neppure prevedibile.

Esistono correlazioni energetiche diverse dai fotoni (= la luce visibile) tra la Terra e il Sole, alcune anche molto forti: ad es. tra l’attività solare e le condizioni elettromagnetiche terrestri; a queste ultime, com’è noto, sono strettamente legati gli effetti su piante, animali e uomini.

L’Uomo, come tutte le creature viventi, è un sistema elettromagnetico immerso in un ambiente elettromagnetico, da cui, volente o nolente, conscio o inconscio, non può isolarsi. Un evento che si origina da un lontano “quasar” può essere collegato ad un evento nel nostro cervello; quest’ultimo risponde in molti più modi di quelli che può coscientemente identificare. Il nostro non è un Universo composto di “parti” isolate; noi siamo costituiti dello stesso materiale di cui è fatto il Cosmo e rispondiamo alle stesse forze che guidano e formano il Tutto. Una stella, un pianeta e l’acqua (idrogeno e ossigeno) che costituisce per il 75% il nostro organismo sono in continua risonanza. 

Il fatto che alcune energie che ci pervengono dallo spazio esterno sono cicliche indica che altrettante nostre azioni future sono preordinate. L’efficacia delle forze invisibili non è funzione della loro forza o della loro debolezza: possiamo resistere a raffiche di vento in grado di sradicare un albero, se siamo preparati a fronteggiarle, mentre possiamo risentire mentalmente o fisicamente di un’improvvisa variazione di quantità o qualità di energia, così debole da non poter essere percepita coi nostri sensi né rilevata dalle apparecchiature più sofisticate. Una luce che non possiamo vedere (ultravioletto) o una frequenza acustica che non possiamo udire (ultrasuono) possono arrecarci danni irreparabili...

Concludendo questo breve saggio con una similitudine presa a prestito da questa era traboccante di tecnologia, possiamo paragonare la Terra ad un’apparecchiatura radioricevente, lo spazio cosmico ad un’antenna che veicola i messaggi elettromagnetici e l’Universo ad una stazione trasmittente. Ogni punto dell’orbita ellittica che il nostro pianeta percorre intorno al Sole corrisponde alla “sintonia fine” della stazione ricevente: in tal modo la Terra è in grado di captare, in ognuno di questi punti, “informazioni” sempre diverse, informazioni che di conseguenza, come il “testimone” in una staffetta, verranno trasmesse mediante il citoplasma delle cellule germinali alla generazione futura, nell’attimo del concepimento.

La qual cosa, ovviamente, è tutta da dimostrare...

«La scoperta consiste nel trovare quello che è sempre stato lì, ma la cui conoscenza è stata sepolta sotto una rigida crosta di matrice convenzionale, che ingabbia i pensieri in un circolo vizioso». (A.KOESTLER)


                      ALCUNI ESEMPI DI ANOMALIE GENETICHE



              Monosomia del cromosoma X (Sindrome di Turner)


Sindrome di Klinefelter


Trisomia del cromosoma 21 (Sindrome di Down)

                                                                                                                     
BIBLIOGRAFIA
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G.Montalenti - INTRODUZIONE alla GENETICA - UTET, Torino 1971

G.L.Playfair / S. Hill - Gli INFLUSSI del COSMO sulla VITA TERRESTRE - MEB, Torino 1981 


PER APPROFONDIMENTI:


  

UN “CAPPELLO” INQUIETANTE…

di GIORGIO PATTERA   Il quotidiano “ LA GAZZETTA DI PARMA ” del 15 gennaio 1990 postava un breve ma intrigante trafiletto (integralmente r...