“Solo se sei pronto a considerare possibile l’impossibile,

sei in grado di scoprire qualcosa di nuovo”.

(Johann Wolfgang Goethe)

“L’importante è avere un pensiero indipendente:

non si deve credere, ma capire”

(Hubert Revees)


“L’Uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando”

(Hubert Revees)

lunedì 22 giugno 2020

PÀNACE, la pianta “aliena” (*) che ustiona e acceca: e non è fantascienza…




su preziosa segnalazione dell’amico Gianluigi Norbiato di Lodi


di Giorgio Pattera

La PÀNACE (Heracleum mantegazzianum, famiglia Ombrellifere), detta anche Pànace gigante per la sua mole, vero “colosso” fra le essenze erbacee per tutte le sue parti mostruosamente grandi, fu introdotta in Europa dal Caucaso e dall’Asia centrale (*aliena: non-autòctona = non originaria del Continente). Il fusto è vigoroso e cavo, provvisto di robusta peluria, spesso con macchie rosse esterne lungo lo stelo; può raggiungere anche i 5 metri di altezza. Le foglie, larghe fino ad 1 m, sono profondamente lobate e le enormi “ombrelle” di fiori (da cui la classificazione nella Famiglia), di color bianco-verde-giallastro, possono raggiungere il diametro di ½ metro; fiorisce da giugno a settembre. La sua linfa può provocare grave irritazione della pelle, per questo è sconsigliato cogliere o maneggiare la pianta.

Ma perché, quindi, dare tanta importanza ad una pianta in (apparenza) banale negli habitat di prati e boschi ripariali? Per due motivi.


1°) Può facilmente essere scambiata, da un osservatore inesperto, per altre essenze similari più comunemente note, come il Sambuco (Sambucus nigra), il Finocchio selvatico (Foeniculum vulgare) o, peggio ancora, per la velenosa Cicuta (Conium maculatum).

                                                          Sambuco

                                                                          Cicuta

                                                             Finocchio Selvatico

2°) E’ stata ingenuamente introdotta in Italia e in altri Paesi europei, oltre che negli Stati Uniti e Canada, a partire dalla fine del 1800 come pianta ornamentale. E’ una specie altamente invasiva, le cui sostanze tossiche possono provocare gravi fito-foto-dermatiti e cecità, a volte anche permanente, se inavvertitamente si sfreghino gli occhi con le dita che siano state a contatto con la sua linfa (così come succede col peperoncino, Capsicum annuum, con la differenza che in questo caso l’irritazione e la lacrimazione passano in qualche minuto, lavando i globi oculari).


Tra le specie aliene invasive, l’Heracleum mantegazzianum (così denominato in onore del fisio-patologo Paolo Mantegazza). 

                                                               Paolo Mantegazza



è una tra quelle che desta maggiori preoccupazioni anche in Italia, poiché, oltre a minacciare la flora e la fauna autoctone (fa ombra alle piante sottostanti condannandole a morte, con un effetto a catena anche sulla fauna, costretta a cercare altre fonti di sostentamento e dunque a spostarsi dal luogo infestato), rappresenta un serio pericolo per l'essere umano. Infatti, entrare in contatto con questa erba gigantesca ed esporsi in seguito alla luce solare o ai raggi ultravioletti, provoca delle gravi infiammazioni cutanee (fitofotodermatite) con cicatrici e lesioni bollose, dovute ad alcune sostanze tossiche presenti su foglie, radici, steli, semi e fiori. Qualora fossero coinvolti gli occhi, si rischia persino la cecità permanente. Per questa ragione, si tratta di una pianta che non va assolutamente toccata. Si sta diffondendo rapidamente anche in Italia: per ora, la sua presenza è stata segnalata in diverse regioni, ovvero Liguria, Piemonte, Lombardia, Valle d'Aosta, Trentino e Veneto.


Perché la Pànace di Mantegazza è tossica

L'estrema tossicità della pianta è legata alla presenza di derivati di furano-cumarine nella sua linfa. Questi composti chimici, prodotti dalla natura della pianta per difendersi dai predatori, sono foto-mutageni-fototossici, cioè si attivano e diventano pericolosi in presenza di luce solare e raggi ultravioletti. In parole povere, quando si entra in contatto con essi, riescono a penetrare nel nucleo delle cellule epiteliali e si legano al DNA, determinando la morte della cellula. Il risultato è una grave infiammazione chiamata fitofotodermatite (dermatite causata da piante ed attivata dalla luce), caratterizzata da ustioni, grandi vesciche e cicatrici, che nei casi più gravi possono essere permanenti. Il rischio maggiore è tuttavia per gli occhi, dato che anche piccole concentrazioni di linfa sono sufficienti a scatenare cecità temporanea e persino permanente.


Cosa fare se si tocca una Pànace di Mantegazza


Chi entra in contatto con questa pianta deve lavare accuratamente la parte del corpo coinvolta con acqua e sapone ed evitare assolutamente l'esposizione ai raggi solari. In ogni caso è bene consultare subito il proprio medico o, anche in caso di dubbio sull’avvenuto contatto, recarsi al Pronto Soccorso. Non a caso le terapie standard del personale sanitario, da contattare immediatamente quando si tocca (o si pensa di aver toccato) la pianta in oggetto, prevedono giorni – quando non settimane – di ‘clausura' nei confronti della radiazione solare.

Se avvistate o se credete di trovarvi di fronte alla Pànace di Mantegazza, non toccatela e, se potete, fotografatela per segnalarne la presenza e per consentirne il riconoscimento, rivolgendovi al Comune competente per territorio od alle autorità locali deputate alla protezione forestale ed alla cura del verde pubblico. A Vione, in provincia di Brescia, il sindaco ha firmato un'ordinanza che ne vieta l'avvicinamento per gli elevati rischi alla salute ed ha fatto delimitare l'area dove la pianta si è nuovamente sviluppata.


A causa della fototossicità e della sua natura invasiva, il panace di Mantegazza è spesso oggetto di campagne nazionali di rimozione attiva, specie nei paesi europei ove rappresenta un problema a causa della sua diffusione (Regno Unito, Germania, Belgio, Svizzera e Scandinavia). Solo in Germania, ad esempio, vengono spesi quasi 50 milioni di euro l'anno per la sua eradicazione.

UNA CURIOSITA’…


Pànace di Mantegazza e i problemi causati dalla sua rapida diffusione nel Regno Unito hanno ispirato un brano dei GENESIS: The Return of the Giant Hogweed, dall’album Nursery Cryme del 1971; Giant Hogweed è appunto il nome del Pànace in lingua inglese. In questo brano fantastico vengono immaginati scenari apocalittici, legati alla diffusione della pianta e alla sua ritorsione nei confronti dell’Uomo, reo di averla trapiantata coercitivamente in terre lontane, per futili motivazioni ornamentali.



RIFERIMENTI:

https://it.wikipedia.org/wiki/Heracleum_mantegazzianum

https://scienze.fanpage.it/e-in-italia-la-pianta-aliena-panace-di-mantegazza-che-rende-ciechi-e-ustiona-come-fatta/

https://www.greenme.it/informarsi/natura-a-biodiversita/panace-mantegazza-pericolosa/  

http://www.today.it/salute/panace-di-mantegazza-pianta-pericolosa.html

UN “CAPPELLO” INQUIETANTE…

di GIORGIO PATTERA   Il quotidiano “ LA GAZZETTA DI PARMA ” del 15 gennaio 1990 postava un breve ma intrigante trafiletto (integralmente r...