di Giorgio Pattera
Contrariamente
a quanto si pensa, non sono soltanto i “fanatici” degli UFO ad occuparsi del
fenomeno degli Oggetti Volanti Non Identificati: l’argomento è addirittura
oggetto di studio da parte del 2° Reparto dello Stato Maggiore
dell’Aeronautica; segno, questo, dell’indiscutibile interesse che il problema
suscita a livello globale. Proseguendo nella carrellata degli avvistamenti nei
cieli di casa nostra, riportiamo quello relativo a San Martino di Valmozzola,
il primo della nostra provincia a comparire nell’ <<Estratto degli
avvistamenti OVNI / marzo 1979 - aprile 1986>>, redatto, per l’appunto, a
cura del 2° Reparto dello Stato Maggiore Aeronautica. Dall’inchiesta effettuata
a suo tempo dal sottoscritto presso i testimoni oculari del fenomeno,
estrapoliamo le dichiarazioni più significative.
S. Martino di Valmozzola: Rapporto A.M.I.
<<
Il 6 giugno 1983, alle h. 22.55, io (G.S.), mia moglie e mio cognato ci
trovavamo nel cortile di casa dei suoceri. Stavamo parlando, quando mia moglie
(che stava avviandosi verso l’auto per far ritorno a casa) vide un oggetto a
forma di sigaro, apparentemente solido e di un metallo tipo alluminio-lucido,
emanante una luce argentea brillante, con una specie di faro rosso sul davanti,
proveniente da sud-ovest, che transitava velocissimo in linea retta, senza
produrre alcun rumore, eccetto un fruscio come “di brezza sulle foglie” e che
lasciava dietro di sé una striscia più sottile di colore argenteo, tranne al
centro, che appariva di colore rosso, come il faro che l’oggetto sembrava
portare anteriormente.
ricostruzione grafica dell'oggetto di S. Martino di Valmozzola
Non si è avvertito alcun odore, né riscontrato alcun
effetto sugli animali circostanti (mucche, cani, galline, capre). Non c’era
vento e la temperatura, mite, non è mutata durante l’avvistamento, che in tutto
è durato circa 10 secondi. L’oggetto è comparso a circa 60° di altezza sopra il
bosco, con altitudine stimata in circa 400 metri ed ha percorso con moto
rettilineo tutto l’arco di cielo visibile a distanza di circa 500 metri dai
testimoni, scomparendo a nord-est alla stessa altitudine, dietro i monti. La
forma era quella di un enorme sigaro luminoso, di lucentezza metallica, a
contorni netti, lungo circa 30-40 metri, con la parte anteriore color
rosso-arancio e lasciava una scia lunga, di colore argenteo ai lati e rossa al
centro. Non lasciò nessun residuo a terra. Al momento dell’avvistamento,
istintivamente, guardai l’orologio, che segnava le ore 22.55; il fenomeno non
produsse alcuna influenza su di esso (orologio tradizionale a lancette).
Ricordo
perfettamente che, al momento del manifestarsi dell’oggetto, io e mio cognato
stavamo parlando di un nostro congiunto ammalato che si trovava in ospedale a
Borgo Val di Taro. La prima ad avvistare l’oggetto è stata mia moglie (M.C.),
che era rivolta verso sud-ovest, mentre gli altri parenti erano rivolti dalla
parte opposta. L’oggetto andava velocissimo: la sua dimensione minore (=
spessore) non doveva essere inferiore ai 5 metri, mentre la “coda” sembrava
terminare ad imbuto.
A nostro
giudizio non poteva trattarsi né di un aereo né di una meteora ed ha suscitato
in tutti una sensazione di sorpresa, di interesse, di curiosità e di
compiacimento; nessuna paura o sconcerto. A me personalmente il fenomeno è
rimasto molto impresso nella memoria e ne ho parlato subito ai colleghi di
lavoro: uno di loro mi ha riferito di averlo visto, anche lui, sopra il paese
di Noceto (dove abita), mentre un altro qualche mese prima, in Lunigiana. Nella
zona, a circa 20 minuti di cammino, c’è una vecchia miniera di talco,
abbandonata dal 1934: ma questo non so se c’entra...>>.
ricostruzione grafica di caso analogo di Genova del 1983
UFO similare - foto astronauti missione Apollo
articolo Gazzetta di Parma 25-07-1992
APPENDICE:
La Verità, come la Natura, non ha fretta...
Dopo 24 anni (!), un testimone
assolutamente attendibile, che non teme di esporsi, ci racconta l’incredibile
episodio di cui fu involontario quanto attonito protagonista.
«Egr. Dr. Pattera,
Facendo riferimento
all'avvistamento del 6 giugno 1983 a S. Martino di Valmozzola, riportato nel
suo libro “UFO: vent’anni di indagini e ricerche...” alle pagg. 24-25, le
trasmetto il fenomeno di cui sono stato spettatore in quella stessa data e
quasi alla stessa ora.
Erano circa le 22:30 e stavo
guardando un film in TV (“Un dollaro d'onore”, me lo ricordo ancora). Il
televisore era vicino alla finestra-balcone che dava sui prati di via F.lli
Bandiera e di Via S. Pellico: a quel tempo non c'erano ancora i palazzi
costruiti vicino alla sede del PCI e il grande magazzino “SILOS”, oggi
“PANORAMA”. Vedo che fuori, nel buio, aumenta sempre più la luce. Mi alzo per
verificare, mi dirigo verso il balcone ed istintivamente (ed ingenuamente)
afferro gli infissi della finestra aperta, temendo che il "bang" di
quell'aereo che volava a bassa quota li facesse tremare: sì, perché sul momento
ero convinto che quel “coso” che volava sopra la mia testa fosse un aereo...Ma
non era un aereo e subito un sudore freddo, causato dall'emozione, mi coprì
tutto il corpo. Era un enorme cilindro argenteo, circondato da luci azzurre e
gialle, che velocissimo e silenzioso attraversava il cielo sopra di me, in
direzione di Vicofertile. Nella parte posteriore era chiaramente visibile il
bagliore della forza di propulsione; molto grande, silenzioso, dal volo radente
e velocissimo, ho potuto osservare il tutto abbastanza bene, perché nessun
edificio o albero me lo stava impedendo. Chiamai mia moglie, ci sporgemmo dal
balcone, ma nessuno stava passando nei paraggi; mi stava capitando la stessa
cosa per la quale ironizzavo, quando sentivo parlare di avvistamenti: nessun
testimone ! Solo alcune sere dopo, confidando ad amici quanto mi era capitato,
ho sentito che alcuni di loro avevano notato quella stessa notte un aumento di
luminosità; ma altro non avevano visto, in quanto le loro abitazioni, essendo
troppo vicine fra loro, impedivano una visuale più ampia. Ricordo che anche la
“Gazzetta di Parma” (in data 25 luglio 1992) relazionò sull’avvistamento,
testimoniato all’epoca da un’intera famiglia di S.Martino (marito, moglie,
cognato e suoceri). Cercherò di interrogare ancora i miei amici e, se vi
saranno novità in merito, sarà mia premura metterne al corrente il Centro
“GALILEO” del CUN di Parma.
Autorizzo a rendere pubblica
questa testimonianza».
Cordiali saluti.
Umberto Sani
Parma – ottobre 2007