“Solo se sei pronto a considerare possibile l’impossibile,

sei in grado di scoprire qualcosa di nuovo”.

(Johann Wolfgang Goethe)

“L’importante è avere un pensiero indipendente:

non si deve credere, ma capire”

(Hubert Revees)


“L’Uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando”

(Hubert Revees)

domenica 2 agosto 2020

UOMO

                                                

                                                       di GIORGIO PATTERA


Ricordi d’infanzia, che ognuno conserva

                                       di gioie, di crucci, d’amici, di scuola,

inver non ho molti, che il cuor mi riserva:

                                       eccetto mio padre e di lui la parola.

 

Il giorno di festa, col tiepido sole,

                               soleva portarmi sul suo motorino

a cogliere il frutto de’ gelsi, che vuole

                             tener tra le mani, sì dolce, un bambino.

 

Dramma non v’era, quand’ero ammalato:

                                      speravo soltanto giungesse la sera,

ché lui dal lavor sarebbe tornato

                            con quella bottiglia che “frizza ed è nera”...

 

Non solo per noi ei pena si dava,

                             ché in Chiesa recava per quei poverelli,
cui casa ed affetto da sempre mancava,

                              l’invito a Gesù di pensare anche a quelli.

 

Paziente dal Libro narrava episodi,

                                 quand’era la mamma che uscire doveva,

di giusti e di santi, sereno nei modi;

                                tant’è che alla fin lui si commuoveva.

 

E se di dormir non avevo intenzione,

                           inventava all’istante l’allegro teatrino:

da buffo pagliaccio, risate argentine

                                in me suscitava, finché il capo era clino.

 

Cultura a lui certo amica non era,

                               almeno di quella “dei bei paroloni”;

ma quando nei conti insegnar mi voleva,

                               stupirmi dovevo delle sue operazioni.

 

E quando la festa già era imminente,

                              l’arte più antica sapea tramandare:

con lenza e la canna era guida al torrente

                              e all’aria sì pura m’insegnava a pescare.

 

Effimero è l’uso che oggi dilaga

                           di far delle “feste” per ogni occasione,

tanto che il vezzo par quasi una piaga:

                               quando non c’è, il Dottor va in pensione!

 

Sentimento non muta, cambiando stagione;

                                    non v’è l’esigenza di merce o di sagre,

ché nulla potrebbe cambiar l’opinione:

           Questo era un Uomo, ed era mio padre.                                            

 

                                  





UN “CAPPELLO” INQUIETANTE…

di GIORGIO PATTERA   Il quotidiano “ LA GAZZETTA DI PARMA ” del 15 gennaio 1990 postava un breve ma intrigante trafiletto (integralmente r...