EDITORIALE
di GIORGIO PATTERA
Cento anni fa (22 agosto 1920) nasceva Ray Bradbury,
autore del romanzo (al tempo, 1953, liquidato come “fantascienza”) Fahrenheit 451, in cui l’Autore prefigura, in un futuro posteriore al 1960 (e oggi puntualmente avveratosi – n.d.r.), una società distopica (= totalitaria) che impone il proprio regime ad una popolazione asservita (= pecoreccia), per cui leggere o possedere LIBRI (= valutare considerazioni alternative ai “dictat”) è considerato un reato.
Per contrastare il quale fu istituito un apposito “Corpo di Vigili del Fuoco” (= oggi censura istituzionale), impegnato a bruciare ogni tipo di volume. Questa “fantapolitica”, divenuta oggi tragica realtà, sottolinea lo strapotere mediatico assunto dal mezzo televisivo, dalla carta stampata e dai “social”, i quali, a meno che non siano “inquadrati come in linea con le normative di Governo”, risultano SOVVERSIVI per definizione (col conseguente oscuramento di Siti, YouTube, Facebook, ecc.), in quanto costituiscono potenziale via di fuga verso nuovi orizzonti. In tutta questa vicenda, l'onnipresente schermo casalingo costringe la popolazione ad un’EBETE sudditanza psicologica nei confronti del Potere.
Quindi campa cent’anni NON chi
beve birra, ma chi persegue il fine della VERITA’, anche a costo di rimetterci personalmente:
ben venga allora un giorno da LIBERO, piuttosto che cent’anni da PECORA !!!
Meditate, gente, meditate…