di Giorgio Pattera
Il VISCHIO (Viscum album) è un
piccolo arbusto, parassita perenne a foglie sempreverdi, con bacche di colore
bianco-madreperlaceo; cresce affondando le radici nella corteccia degli alberi
a foglie caduche, specie dei meli, ma a volte anche delle conifere.
Le
antiche tribù celtiche, insediate originariamente (VIII-III sec. a.C.) in un
bacino del nord-Europa corrispondente alle odierne Germania meridionale,
Francia orientale e Svizzera settentrionale, riservavano al Vischio
un’attenzione tutta particolare, tanto da considerarlo una “pianta magica”.
Deputati allo studio ed all’interpretazione della natura e delle leggi del
Cosmo erano i DRUIDI (“sapienti delle querce”, dal greco drus = quercia e
dall’indo-europeo *wid = sapere), sacerdoti ma anche uomini di scienza e
conoscenza; attributi coesistenti in tutte le civiltà antiche, in cui i
“saperi” erano collegati fra loro ed unificati nella stessa figura. I Drùidi,
pertanto, erano al contempo medici, maghi e astronomi, anche se va ricordato che
l’uso che questi facevano del cielo (e soprattutto delle dodici costellazioni
zodiacali) era diretto solo in minima parte a scopi astrologici. Inoltre
conoscevano molto bene una gran quantità d’essenze vegetali: le piante “sacre”
per eccellenza erano la quercia, l’agrifoglio e soprattutto il Vischio.
Scrive Plinio il Vecchio (I sec.
d.C.) nella sua Naturalis Historia: “Il Vischio veniva staccato dalle querce
solo con un falcetto d’oro e raccolto in un candido manto di lino, affinché non
perdesse i suoi “poteri magici”, nel corso d’una grande funzione che veniva
celebrata durante il solstizio d’inverno dai Drùidi biancovestiti, mistici
sacerdoti della religione celtica”.
Questo meticoloso e solenne
rituale in onore del Vischio era così celebrato dai Drùidi, antichissimi
“filosofi della natura”, in quanto tenevano questa essenza in massima
considerazione, conoscendone le proprietà terapeutiche. Le bacche, spremute da
fresco, producono un succo contenente AMMINE (colina, acetilcolina e
viscotossina), tre sostanze che abbassano temporaneamente la pressione
sanguigna. Le foglie di Vischio inoltre, ridotte in poltiglia, leniscono i
dolori dell’ulcera maligna e nella medicina popolare il Vischio era considerato
utile per curare la sterilità femminile, gli attacchi epilettici, l’acufene,
l’arteriosclerosi e i disturbi della menopausa. La popolazione inoltre lo
riteneva capace di “domare gli incendi” (?) e per questo ne appendevano alcuni
rametti o piccole ghirlande sulla soglia delle case e dei fienili.
Recentemente l’industria
farmaceutica ha mostrato grande interesse nei confronti del Vischio, ma è
probabile che i Drùidi avessero già intuìto le sue proprietà antitumorali: in
studi sperimentali di oncoterapia, infatti, si è dimostrato che il Vischio
possiede la capacità di inibire la crescita delle cellule neoplastiche. Le
Lectine (altre sostanze contenute nel Vischio), somministrate sotto forma di
iniezioni, possono esercitare un’azione favorevole nel trattamento di alcuni
tipi di tumore non operabile. Sembra anche che gli estratti di Vischio agiscano
da stimolanti sul sistema immunitario dell'organismo, specialmente
sull'attività del timo. Gli infusi di rami e foglie esplicano azione
citostatica e possiedono proprietà ipotensive, emodepurative e calmanti. Questa
pianta è una fonte di composti cardiotonici, che risultano molto utili nella
cura delle affezioni a carico del sistema circolatorio. I dosaggi devono essere
sempre centellinati, perché le bacche contengono dei principi tossici per il
corpo umano: infatti, se ingerite in grandi quantità, possono procurare serie
gastroenteriti.
Gli animali non vengono
generalmente intossicati dal Vischio, dato che la pianta cresce sui tronchi,
troppo in alto per poter essere brucata; gli uccelli invece si nutrono
volentieri delle bacche, senza risentire alcun effetto negativo. Particolare
attenzione invece occorre riservare alla pianta che, nel periodo delle
Festività occidentali di fine anno, viene raccolta e messa in vendita, come
antica tradizione beneaugurante: le sue bacche bianco-traslucide possono trarre
in inganno i bimbi più piccoli, che possono scambiarle per acini d’uva, con le
intuibili gastro-conseguenze…
IL VISCHIO
e il PAPILLOMA VIRUS (HPV)
Circa il 16% delle donne comprese
tra i 17 e i 70 anni risultano positive al Papilloma virus (HPV). La
percentuale aumenta fino al 35-54% nel caso di donne con diagnosi di
Papanicolaou (Pap test) anomalo e raggiunge il 96% in caso di displasia severa.
Esistono 120 tipi di Papilloma virus e solo circa 12 vengono considerati
genotipi ad alto rischio, in grado di determinare infezioni dell’apparato
genitale (principalmente al collo dell’utero e alla vagina). In generale,
queste infezioni vengono efficacemente combattute dal sistema immunitario nel
90% dei casi.
Nelle infezioni da HPV sostenute
da ceppi virali più resistenti, già da qualche anno sono in corso ricerche, a
livello internazionale, con l’impiego del Vischio, alle quali sono seguiti
risultati incoraggianti, ottenuti nell’esperienza clinica di chi, tra i medici,
lo utilizza nella pratica quotidiana. A questo proposito, il Dr. Francesco
Perugini, nel 2014, poteva affermare: “Una soluzione terapeutica potrebbe
essere data dall’uso del Vischio fermentato, un ottimo farmaco utilizzato anche
in campo oncologico ormai da oltre 70 anni. Personalmente ho ottenuto ottimi
risultati con il Viscum album fermentatum mali, impiegato con o senza argento:
numerosissimi studi hanno confermato l’azione immunomodulante di questo
preparato. In sintesi, il Vischio contiene lectine citotossiche, viscumina,
proteine citotossiche e viscotossine; diverse lectine possiedono un’azione sia
citotossica che immunomodulante. La terapia con Vischio induce la necrosi
tumorale, aumenta l’attività delle cellule “Natural Killer” e la produzione
delle interleuchine 1 e 6. Inoltre attiva i macrofagi, induce l’apoptosi (morte
cellulare programmata) delle cellule neoplastiche e protegge il DNA normale
durante la chemioterapia”.
E scusate se è poco, aggiungiamo
noi…!!!
RIFERIMENTI:
BIBLIOGRAFIA:
AA.VV.
– CURARSI con le ERBE – Polaris, 1995
North P.M. –
PIANTE VELENOSE – The Pharmaceutical Society of Great Britain, London
M.I.Macioti – MITI E MAGIE DELLE ERBE – Newton Compton /
Roma, 1993
A.Chevallier – ENCICLOPEDIA DELLE PIANTE MEDICINALI – Idea
Libri / Milano, 1997
F.Stary
– PIANTE VELENOSE – Istituto Geografico De Agostini / Novara, 1987