“Solo se sei pronto a considerare possibile l’impossibile,

sei in grado di scoprire qualcosa di nuovo”.

(Johann Wolfgang Goethe)

“L’importante è avere un pensiero indipendente:

non si deve credere, ma capire”

(Hubert Revees)


“L’Uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando”

(Hubert Revees)

sabato 12 settembre 2020

L’inspiegabile “SCALPO” d’un bosco a LODI

 

                                       di  GIORGIO PATTERA

All’epoca degli incredibili eventi che stiamo per ricostruire, le notizie in tempo reale, che oggi imperversano grazie agli smartphone ed ai social network, erano appena agli inizi, ma per fortuna, di noi “inquirenti del Mistero”, la comunicazione “voce a voce” (il paese è piccolo e la gente mormora…) funzionava sempre, anche se un po’ lentamente…  

L'accaduto risale al 15 luglio 2007, ma ci è pervenuta notizia solo il 31 agosto successivo.

La zona è quella di Pezzolo, nel Comune di Tavazzano con Villavesco (LO).

                      Le coordinate rilevate con GPS sono: 45° 15' 54” Nord; 9° 21' 28” Est.

                                     https://it.wikipedia.org/wiki/Tavazzano_con_Villavesco

                        Relazione tecnica del sopralluogo effettuato il 1° settembre 2007

A poco più di 2 Km. da Tavazzano, incastonato come un cameo verdeggiante fra due linee ferroviarie quasi parallele, in località Pezzolo (frazione del succitato Comune) è situato un piccolo bosco di pioppi, di forma trapezoidale, che mostra evidenti segni di qualcosa che si è appoggiato sugli alberi, ma esclusivamente su quelli più interni, dato che di quelli perimetrali solo alcuni sono stati toccati.

Al primo esame si nota come non vi siano segni di bruciature o tagli effettuati da intervento umano; gli unici segni di origine umana sono alcuni rami segati ed accatastati sul bordo della stradina che costeggia il bosco, per non intralciare il passaggio dei mezzi di lavoro (il vialetto, a fondo cieco, conduce ad una cabina di trasformazione della TAV, già attiva: la linea elettrica della ferrovia in completamento, infatti, è già sotto tensione).

Gli esemplari siti all’interno del pioppeto sono spezzati, non tutti alla stessa altezza da terra, ma nessuno presenta segni che facciano presumere un qualsivoglia intervento umano. Inoltre quelli investiti dal fenomeno presentano come una specie di “venatura”, che dalla base del tronco sale sino alla cima; alcune parti di alberi (cime, rami, porzioni di tronco o altre), che dovrebbero rinvenirsi a terra, sono introvabili, come volatilizzate o asportate.

Alcuni alberi, che prima erano dritti, ora sono piegati: in parte guardano in un verso, mentre altri nel verso opposto.

 












Le 3 schermate satellitari riprese da Google mostrano la posizione del sito. L'ultima è un ingrandimento, ma non mostra lo stato di sfacelo osservato nella data citata: come si nota, gli alberi sono ancora tutti integri, in fila, vivi e vegeti; sicuramente la cartografia di Google non era aggiornata.



1^ IPOTESI

Probabile semi - impatto da OVNI ?

Il filmato in questione mostra, anche se sommariamente, la zona ove si presume sia impattato un oggetto volante di probabile matrice non terrestre, che poi sia riuscito a rialzarsi in volo. Sosteniamo “non terrestre”, in quanto, in base alle più elementari cognizioni aeronautiche, non si conosce attualmente un “nostro” aeromobile in grado di subire un impatto così violento, riportare di conseguenza danni ingenti alla struttura aerodinamica e riuscire a ricostituire l’assetto di volo, senza precipitare: il tutto nell’esiguo spazio di ~ 100 m. Non esistono tracce a terra di pneumatici, cingoli o altro, che possano far pensare ad intervento umano; non sono stati rinvenuti frammenti metallici o di altri materiali, che possano far risalire all'oggetto che ha determinato tale impatto e, ovviamente, tale devastazione. L'unico punto in comune con un avvistamento OVNI, avvenuto circa un anno fa a circa 1 km. di distanza in linea d'aria, è dato dalla presenza di grandi fonti di energia elettrica. Nel 2006 apparve vicino alla centrale ENEL di Tavazzano un OVNI, che dapprima fluttuò e poi partì velocemente, sparendo quasi subito; testimoni dell’avvistamento furono più persone, fra cui alcuni tecnici della centrale (cfr. testimonianza più avanti).

Questo tratto di bosco ha circa le dimensioni d’un campo di calcio e si trova abbastanza isolato dal centro urbano, fra due linee ferroviarie. All'analisi obiettiva si osservano chiaramente le cime degli gli alberi sfilacciate, come se fossero state “strappate” dall’alto, ma non tutte alla stessa altezza da terra. (1) Gli esemplari colpiti mostrano una sorta di “venatura” che percorre longitudinalmente tutta la pianta, dalla base del tronco fino alla cima, come se il parenchima vegetale si fosse prima gonfiato e poi esploso.

 



Un fenomeno simile è già stato riscontrato (e, in scala ridotta, riprodotto anche in laboratorio) in occasione dell’esposizione di fito-tessuti ad intenso irraggiamento mediante microonde, per tempi brevissimi. Da noi espressamente coinvolti ed accompagnati “in loco”, alcuni docenti della facoltà di Agraria dell’Università Cattolica di Piacenza hanno attentamente visionato i pioppi, escludendo l’attacco di micromiceti od insetti parassiti, che potrebbero averne determinato l'indebolimento, prima, ed il crollo, poi (cfr. referto analitico allegato).




Consultata anche la stazione meteo competente per territorio, si sono potute escludere anche altre ipotesi, come quella di turbini di vento, trombe d'aria ed altri eventi atmosferici (es. fulmini, data l’assoluta mancanza della benché minima bruciatura e, nel periodo indicato, di condizioni meteo imputabili, quali precipitazioni violente o grandinate). La disposizione “a strappo” palesata dalle cime e dai tronchi degli alberi giustifica l’ipotesi che “qualcosa” di solido, proveniente dall’alto, ha interagito con le porzioni medio-alte dei pioppi; qualcosa che in seguito si è “liberato” ed ha proseguito la sua corsa, ma non certo verso terra. Solo la parte centrale dell’appezzamento ha subìto le conseguenze dell’impatto, proprio come se il contatto fra le piante ed il velivolo d’origine ignota fosse avvenuto a livello di alcune componenti dello stesso (volendo confrontarlo con qualcosa di “normale”, le porzioni inferiori della fusoliera, delle superfici alari ed i carrelli).

Diversi alberi di varia mole ed età presentano evidente piegatura del fusto, effetto che si otterrebbe solo con tiranti fissi, ma non in due settimane; inoltre alcuni guardano verso Nord ed altri verso Sud...

Da notare come solo gli esemplari all'interno del boschetto siano strappati in sommità, mentre quelli all'esterno (perimetrali) non hanno subìto danni né presentano la “venatura”. Solo un paio hanno ceduto, ma solo perché si trovavano fra il ciglio della strada e il fossato laterale.


(1) = Volendo esemplificare, anche se in maniera alquanto “prosaica”, potremmo assimilare l’azione subìta dai fusti dei pioppi al procedimento che si attua sui gambi del comune “sedano” (Apium graveolens) per asportarne i filamenti più fastidiosi al consumo da crudo (“sfilacciatura”).

Perché l’ipotesi OVNI ?

In apertura ci siamo definiti “inquirenti del Mistero” ed allora abbiamo adottato, in parte, la “forma mentis” degli investigatori istituzionali (quelli “seri”, con tanto di distintivo…), secondo cui “chi delinque è portato a tornare sul luogo del crimine”… No, non siamo impazziti: la statistica, applicata alla casistica degli avvistamenti, in questo caso è di valido aiuto nella formulazione delle varie ipotesi, per cui siamo andati (con pazienza ed un po’ di fortuna, che non è mai di troppo) a verificare se in zona ci fossero stati precedenti fenomeni riconducibili ad attività UFO: e li abbiamo trovati…

AVVISTAMENTO a TAVAZZANO (LO)

Nella casistica registrata dal Sig. Monticelli (all’epoca dell’evento figurava corrispondente CUN per Piacenza e zone limitrofe), troviamo la seguente segnalazione:

ANNO: 1991

MESE, GIORNO ed ORARIO: non precisati

CLASSIFICAZIONE: luce notturna

LUOGO: Tavazzano (oggi provincia di Lodi), 20 km. circa da Piacenza

DESCRIZIONE: in località Tavazzano, presso la Centrale dell’ENEL (distante in linea d’aria non più di 2 km. dal pioppeto di Pezzolo, n.d.r.)), viene notata una luce bianca in movimento, prima lento, poi veloce, ad un’altezza di circa 20 m. da terra.

La locale Stazione dei Carabinieri, allertata da alcuni cittadini, preoccupati testimoni dell’insolito fenomeno, trattandosi di un “obiettivo sensibile di pubblico servizio”, invia alla Centrale ENEL un’auto-pattuglia ed uno dei militari conferma d’aver osservato (confidenza raccolta da un nostro iscritto) “...una strana luce verde, che si spostava con movimenti non convenzionali...”.

Al rientro della radiomobile in Caserma, tuttavia, gli viene consigliato dai superiori di “...riportare sul verbale di non aver visto alcunché d’insolito...”.

Lo stesso Militare ha un fratello, anch’egli Carabiniere di carriera, che il 3 agosto 2001 (data del clamoroso avvistamento di Monselice) era in forza proprio nella Stazione della cittadina veneta, teatro del supposto caso di doppia “abduction”, rimbalzato su tutta la stampa nazionale.

Incuriosito dalle possibili analogie fra quel caso e lo strano avvistamento di cui era stato involontario testimone oculare dieci anni prima, il Carabiniere contatta il fratello, chiedendogli se può fargli avere copia del verbale del “caso Monselice”, essendo a conoscenza che i commilitoni di quella Stazione erano intervenuti (e di conseguenza avevano redatto l’apposito verbale, in dotazione all’Arma dal 1978). Il fratello gira la richiesta ai superiori, i quali rispondono che “...il verbale in oggetto si trova già negli USA...”. Gli fu consigliato, in ogni caso, di “...non fare più domande in proposito, se intendeva continuare a far carriera nei Carabinieri...”. 

Il COVER-UP è servito !

Aggiungiamo qui una doverosa considerazione, rivolta a coloro (e sono sempre tantissimi) che contestano il fatto che sia trascorso un intervallo di tempo troppo lungo (16 anni) tra l’avvistamento presso la centrale ENEL e il mistero del pioppeto “scalpato”. Troppo tempo, quindi, per mettere i due eventi in correlazione ed ipotizzarne la comune matrice E.T. Pertanto andrebbero classificati come “mera casualità”… A questa osservazione (logica, per i “nostri” parametri) rispondiamo che, in un’ipotetica dimensione non terrestre, il concetto di “tempo” ed il suo scorrere molto probabilmente seguono parametri differenti da quelli in essere sul nostro Pianeta (cfr. caso del Caporale Valdès. Cile, 1977).

IPOTESI ALTERNATIVA

Tromba d’aria ?

Per non essere tacciati di paranoia [ “…quelli (riferito a noi Esobiologi, n.d.r.) vedono UFO dappertutto…”)] e per distinguerci dai mitomani che gridano “all’UFO, all’UFO !” indicando il pianeta Venere in eccezionali condizioni di luminosità, siamo soliti seguire il protocollo Galileiano e formuliamo sempre un’ipotesi alternativa, purché sostenibile fino a prova contraria. In questo caso l’unica che si potrebbe chiamare in causa è il fenomeno della cosiddetta “tromba d’aria” (alias “tornado”, in termine anglofono), ma come vedremo così non può essere. Dal semplice confronto con un episodio apparentemente simile, accaduto in Toscana l’anno precedente (2006), si evince come le conseguenze a carico degli alberi (faggi, nella fattispecie) siano state del tutto diverse. Infatti nel caso del Monte Amiata (cfr. articolo de “IL TIRRENO” del 31 maggio 2006) i tronchi delle piante sono distesi al suolo (e non ritti, ma “sfilacciati” nella parte superiore, come a Pezzolo) ed appaiono SRADICATI, cioè con l’apparato radicale portato completamente all’esterno della superficie del terreno (cfr. foto relative).

Pertanto, mentre nel caso di Pezzolo (per fortuna) la stampa non è riuscita ad impossessarsi in tempo della notizia, per darne ampio (ed enfatico) risalto e vendere così qualche copia in più, a scapito del proprietario del boschetto, che avrebbe dovuto subire l’invasione di orde di “UFOMANI & UFOFILI” in cerca del “ricordino extraterrestre”, il Monte Amiata ha fatto parlare di sé più che abbondantemente, attirando orde di quegli stessi “invasati” che, a metà degli anni ’70, si riunirono sul vicino Monte LABRO, per attendere “l’atterraggio dei Venusiani” (!).    

DULCIS IN FUNDO…

Siccome anche noi, “inquirenti del mistero”, ci siamo indegnamente equiparati agli investigatori "seriosi”, per continuare ed approfondire le indagini siamo tornati più volte in zona. Ma, non senza sorpresa, il successivo 6 ottobre (83 giorni dall’evento) uno spettacolo desolante apparve ai nostri occhi: tutto l’appezzamento, coltivato a pioppo, ERA STATO RASO AL SUOLO con ruspe e pale meccaniche ! Non erano stati tagliati solo gli esemplari colpiti dalla “sfilacciatura”, azione comprensibile per evitare che le fibre legnose non protette dalla corteccia venissero attaccate da parassiti o marcissero per le precipitazioni, rendendo così non commerciabile il legname (2), ma addirittura anche tutti i pioppi perfettamente integri…

Abbiamo provato a chiedere agli operatori del disboscamento il motivo di quella repentina e, apparentemente immotivata, “tabula rasa”, ma la risposta (biascicata a bocca torta) è stata: “A noi è stato detto di fare questo, noi lo facciamo e basta”… Più eloquente di così…!

A questo proposito voci di corridoio sussurrano che il proprietario del pioppeto sia stato “invitato” da non meglio qualificati “personaggi” a radere al suolo l’intero appezzamento, formalmente per evitare l’avvicendarsi degli immancabili fanatici, a caccia di “reliquie” aliene… Un consiglio “da amico”, dunque. O meglio, parafrasando il regista F.F.Coppola, gli era stata fatta una proposta “che non poteva rifiutare”…


(2)  = E’ frequente in agraria coltivare sia grandi che modesti appezzamenti di terreno a pioppo, in quanto il suo legname pregiato, molto flessibile, è il più usato nell'industria cartaria, ma anche per la fabbricazione di listelli e pannelli di compensato, cassette da imballaggio, fiammiferi, ecc. La resa è alta, essendo una pianta poco esigente ed a rapidissima crescita. In natura il pioppo può arrivare a vivere fino a 200-400 anni… salvo “sfilacciature”, ovviamente…!!!

UN “CAPPELLO” INQUIETANTE…

di GIORGIO PATTERA   Il quotidiano “ LA GAZZETTA DI PARMA ” del 15 gennaio 1990 postava un breve ma intrigante trafiletto (integralmente r...