“Solo se sei pronto a considerare possibile l’impossibile,

sei in grado di scoprire qualcosa di nuovo”.

(Johann Wolfgang Goethe)

“L’importante è avere un pensiero indipendente:

non si deve credere, ma capire”

(Hubert Revees)


“L’Uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando”

(Hubert Revees)

domenica 25 giugno 2023

UN “CAPPELLO” INQUIETANTE…


di GIORGIO PATTERA

 Il quotidiano “LA GAZZETTA DI PARMA” del 15 gennaio 1990 postava un breve ma intrigante trafiletto (integralmente riportato)che immediatamente convinse il mio istinto di ricercatore ad andare fino in fondo alla vicenda. Ma, com’è noto, si fa come si può e non come si vorrebbe… per cui, da quell’anno per me contrassegnato da un impegnativo trasloco, in poi, di rimando in rimando, si è giunti alla fatidica data della pensione… periodo dove, di solito, si lavora più di quando si è in servizio… Stavo per buttarmi sulle tracce del misterioso “cappello” (che tuttavia di cappello, a parer mio,ha ben poco…), allorché il “Caronte” che avrebbe potuto traghettarmi alla scoperta del significato del reperto misterioso, ahimè, il 31 dicembre 2013 fu richiamato alla Casa del Padre, nel senso più consono della locuzione. Don Amos Aimi, infatti, Canonico della Cattedrale di Fidenza, nonché Storiografo,esperto di Archeologia religiosa ed autore di numerose opere sulla storia di Borgo San Donnino (antico nome di Fidenza), ha lasciato questa dimensione in tale data…



Pertanto la nostra ricerca si è bruscamente interrotta e si deve limitare ai dati faticosamente raccolti ed alle interpretazioni personali del sottoscritto, alla luce di quella “Storia dell’Arte” attinta ai tempi del Liceo Classico.



L’articolo di giornale termina con la classica dicitura “… si presume che la pietra sia andata successivamente smarrita…”, che alle nostre orecchie suona molto simile (come nel caso di quei reperti archeologici “scomodi”,che non si sa come inquadrare) alla sbrigativa e riduttiva etichettatura di “oggetti di culto”, quando addirittura non vengono esposti al pubblico, ma accatastati alla rinfusa in polverosi ed oscuri ripostigli.




Fotografata in laboratorio ed ingrandita l’immagine riprodotta sul quotidiano, con buona pazienza si è riusciti a recuperare l’annotazione olografa dello studioso e storico fidentino Domenico Antonini, il quale, dopo aver constatato “de visu” l’insolito reperto, in una sua memoria recita testualmente:

“In tempo che si facevano li fondamenti dei pilastri che sustengonola Terrazza che è tra il giardino ed il Cortile del Vescovato di Borgo S.Donnino (e fu allora vescovo Monsignor Gerolamo Bajardi) corse voce che si trovava del frumento nero in detti fondamenti, … mi portò a vedere come infatti nel fondamento, che si faceva nel giardino verso la porta del Cortile, a mano diritta all’altezza di circa quattro brazza cavavano del frumento nero, che vi era alto quattro dita, e poi dopo il frumento venivano (…?) della terra, e in questa terra vi si trovò un pezzo di marmo rosso simile al marmo de Verona rappresentante un mezzo capello su l’idea, che qui sopra si vedeva segnato.

Firmato:Io Domenico Antonini attesto d’aver veduto il detto capello”.

(Nota in calce al documento: “Questo sig. Antonini vive tuttora più che ottuagenario in questa città di S.Donnino: io attesto Angelo Riccardi questo giorno 4 giugno 1839”).

Certificata quindi la reale esistenza, “illo tempore”, del suddetto ritrovamento, ci incamminiamo ora nell’arduo tentativo di attribuirgli un significato, plausibile sì, ma scevro da preconcetti che, nella storia dell’Archeologia, come detto, si sprecano.

Cosa poteva rappresentare? Potremmo subito scartare l’ipotesi di un frammento, facente parte integrante (a mo’ di “aureola”) di una statua raffigurante un Santo: si trovava infatti sepolto fra “… quattro dita di frumento e della terra…”, senza la minima traccia del “tronco” statuario o di altri dettagli, atti a risalire all’identità dell’ipotetico Santo. 

Ma anche la più semplice (e scontata, trovandosi in ambiente ecclesiastico…) identificazione in un banale “cappello da prete”, in uso tanto allora come oggi, lascia il tempo che trova. A favore di ciò sta la particolare foggia delle tese, molto spesse, ricurve verso il basso e delimitanti l’alloggiamento, decisamente minuscolo, per il cranio di chi lo indossa…



Anche l’ipotesi di “acquasantiera” o “fonte battesimale”, se osservato capovolto, non regge, in assenza di traccia del supporto d’appoggio, oltre al fatto della sproporzione fra i bordi del bacile e la concavità destinata a contenere il liquido.

Qualcuno (e qui ci aspettiamo le critiche…) potrebbe assimilarlo ad un particolare del dipinto di Paolo Uccello,“LA TEBAIDE”. L’opera raffigura scene di vita monastica, in cui si osservano la Vergine, San Bernardo e un gruppo di Monaci che offrono un sacrificio al Crocifisso. Al centro vi è una grotta, con San Girolamo assorto in preghiera, innanzi ad un altro crocifisso. Ancora più in alto, San Francesco riceve le stimmate.






“Ma quello che interessa maggiormente è un oggetto discoidale, sormontato da una cupola centrale. Esso è di colore rosso, per cui risalta cromaticamente rispetto allo sfondo scuro. II movimento dinamico di tale corpoè magistralmente reso dall’artista per mezzo di piccoli tratti, anch’essi di colore rosso vivo, simili ad una “U” molto stretta, che rendono l’effetto di una virata repentina dell’oggetto in questione”, scrisse a suo tempo Umberto Telarico. In altre parole, il particolare mostrerebbe, secondo gli Ufologi, quello che apparentemente sembra un “disco volante”,con tanto di sbuffo che fuoriesce dalla parte posteriore, a indicarne il movimento. Per gli appassionati, è chiara la rassomiglianza dell’oggetto con un “moderno UFO”, tipo quello fotografato nel luglio del 1952 nel New Jersey (cfr. foto).


Invece, per chi mastica un po’di storia dell’arte cristiana, non è difficile riconoscere in quell’oggetto un “cappello da cardinale”(danotare i cordoni con i fiocchi): infatti il personaggio inginocchiato è San Gerolamo, il quale, secondo la tradizione, divenne eremita dopo aver rinunciato alla carica ecclesiastica, per l’appunto, del cardinalato.

 


E allora? Come sempre, la Verità assoluta non è di questo mondo, ma nella fattispecie potrebbe stare “nel mezzo”… Vale a dire? All’epoca cui si fa risalire l’enigmatico reperto, non esistevano le fotocamere, per cui si poteva raffigurare la realtà solo mediante il disegno, la pittura o la scultura, gli equivalenti delle attuali fotografie. Pertanto non è utopistico azzardare l’ipotesi che il “cappello da prete” sia stato in effetti la trasposizione in una lastra di marmo rosso di Verona di un “qualcosa” osservato dall’ignoto artista: una “copia dal vero”, insomma… Così come si trovano descrizioni e ricostruzioni grafiche di “CLYPEI ARDENTES, TRABES IGNITIAE, DISCOIDES, FAX ARDENS, CHASMA, DOLIUM”negli antichi testi di Seneca, Licostene, Giulio Ossequente, Tito Livio, Cicerone, Virgilio, Plinio il Vecchio, Lucrezio, fino ad arrivare a Benvenuto Cellini.

Ma restiamo disponibili a valutare ogni altra interpretazione: le più grandi scoperte scientifiche sono avvenute per caso, ma riconosciute come tali solo dalle menti aperte e prive di preconcetti.


BIBLIOGRAFIA

ARCHIVIO della CANCELLERIA della CURIA VESCOVILE di FIDENZA (PR)

Don Andrea Ghiozzi – CONTROVERSIE ARCHEOLOGICHE PATRIE – Borgo San Donnino, 1843; pag.152

A.Micheli -  MEMORIE STORICHE sulla FONDAZIONE della CITTA’ di GIULIA FIDENZA – Borgo San Donnino, 1840; pag. 27

 A.Aimi/A.Copelli – STORIA di FIDENZA – Parma, 1982

Tito Livio – ANNALES (Ab Urbe Còndita Libri) – XXI/XXII

Cicerone – DE DIVINATIONE – libro I

 Licòstene – CHRONICON PRODIGIORUM

 Sèneca – NATURALES QUAESTIONES – libro VII

 Lucrezio – DE RERUM NATURA

Giulio Ossequente – IL LIBRO dei PRODIGI

Virgilio – ENEIDE – libri VIII e IX

Plinio il Vecchio – NATURALIS HISTORIA

Benvenuto Cellini – LA VITA – Napoli, 1728

UN “CAPPELLO” INQUIETANTE…

di GIORGIO PATTERA   Il quotidiano “ LA GAZZETTA DI PARMA ” del 15 gennaio 1990 postava un breve ma intrigante trafiletto (integralmente r...