di GIORGIO PATTERA
Nella Bibbia il termine
«Nephilim» viene spesso tradotto come "giganti" o "titani",
mentre in altre traduzioni si preferisce mantenere semplicemente il termine
Nefilim. La radice dunque più accreditata è l'aramaico "naphil" che
significa letteralmente "giganti"... Nella lingua aramaica, tuttavia,
esiste anche il termine AWS`[ [nephilà], un nome proprio che identifica la
costellazione di Orione. A tal proposito molti studiosi sostengono che la
radice "nephil" si riferisca alla costellazione di Orione: il termine
"nephilim" sarebbe quindi il plurale di "nephila", cioè
«quelli (venuti) da Orione»: gli «ORIONIDI», titolerebbe un film di
fantascienza… Come dice la Bibbia, i Giganti erano inizialmente esseri umani.
Alcune versioni parlano di eroi famosi, guerrieri caduti o ancora angeli
caduti; un'ennesima traduzione potrebbe essere quelli che sono venuti giù, dato
che il nome deriva dalla radice semitica nafal, che significa cadere.
«C'erano sulla terra i giganti a quei tempi - e anche dopo - quando i
figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei
figli: sono questi gli eroi dell'antichità, uomini famosi…». (Genesi, 6: 1-8,
versione CEI 2008).
Il racconto più noto si trova
sicuramente nel libro della Genesi, in cui viene narrata la storia dei
“Nephilim”, i giganti che abitarono la Terra in un tempo PARALLELO al famoso
evento in cui i “bənê hāʼĕlōhîm” (i figli di Dio) decisero di scendere sulla
Terra per accoppiarsi con le donne terrestri, generando quelli che venivano
definiti uomini “famosi”, ovvero gli eroi dell’antichità. Anche se, ad onor del
vero, esistono tante diverse interpretazioni sul significato effettivo del
termine ebraico “Nephilim”, poiché espressioni simili sono ricorrenti nella
Bibbia, dove ad esempio viene utilizzata anche per definire i “caduti” o gli
“aborti”. In questo senso, però, la natura di “angeli decaduti” attribuita ai
Nephilim coinciderebbe con il senso degli altri significati, appunto, di
“caduti” o di “aborti”, ad indicare cioè un errore o una disobbedienza rispetto
al progetto della Creazione, così come Dio lo aveva pensato.
Di riferimenti ai “giganti”,
dunque, nella Bibbia ce ne sono molti e riguardano eventi che si verificarono
nel corso di svariati millenni, partendo addirittura dall’era antidiluviana
(precedente cioè al 12.000 a.C.), fino ad arrivare alla conquista della “terra
promessa” da parte degli eserciti degli Israeliti.
"Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla faccia della
terra e furono loro nate delle figlie, avvenne che i figli di Dio videro che le
figlie degli uomini erano belle e presero per mogli quelle che si scelsero fra
tutte.
Il SIGNORE disse: ‘Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo,
poiché, nel suo traviamento, egli non è che carne; i suoi giorni dureranno quindi
centoventi anni’.
In quel tempo c’erano sulla terra i giganti e ci furono anche in
seguito, quando i figli di Dio si unirono alle figlie degli uomini, ed ebbero
da loro dei figli.
Questi sono gli uomini potenti che, fin dai tempi antichi, sono stati
famosi".
Un altro riferimento di notevole
valenza si trova nel Libro dei Numeri (Nm, 13: 32-33), in cui si racconta che
dodici spie furono inviate da Mosè per esplorare il Paese di Canaan e, di
ritorno dal viaggio esplorativo, queste spiegarono così ciò che videro:
“Il paese che abbiamo attraversato per esplorarlo è un paese che divora
i suoi abitanti; tutta la gente che abbiamo incontrato è gente di alta statura;
e vi abbiamo visto i giganti, figli di Anak, della razza dei giganti. Di fronte
a loro ci pareva di essere cavallette; e tali sembravamo a loro”. E’
interessante notare la menzione dei “discendenti di Anak”, la cui radice
etimologica rimanda agli Anunnaki dei Sumeri, resi famosi dagli studi di
Sitchin.
Notissimo infine è l’episodio dello scontro fra Davide e Golia,
che troviamo nel 1° Libro di Samuele (1 Samuele, 17: 4-51):
“Dall’accampamento dei Filistei uscì un campione, chiamato Golia di
Gat; era alto sei cubiti e un palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo ed era
rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di
bronzo. Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra
le spalle. L’asta della sua lancia era come un subbio da tessitore e la lama
dell’asta pesava seicento sicli di ferro; davanti a lui avanzava il suo
scudiero”.
(Il subbio è un grosso cilindro,
su cui si avvolge l’ordito o il tessuto finito; il siclo era un’unità di misura
del peso, equivalente a 10-13 grammi; il cubito un’unità di misura della
lunghezza, equivalente a circa 45-50 cm.; il palmo a 7,5 cm.).
Tradotto in misure attuali, il
gigante Golia misurava tra 2.75 e 3.20 metri, la sua corazza pesava tra 50 e 65
kg. e le punte della sua lancia tra 6 e 8 kg.
Sempre in Samuele (2 Samuele, 21:
20) si descrive anche un gigante che aveva sei dita per mano e per piede: “Ci fu un’altra battaglia a Gat, dove si
trovava un uomo di grande statura, che aveva sei dita per mano e per piede, in
tutto ventiquattro dita: anch’egli era nato a Rafa”. Lo stesso passaggio è poi
ripreso in 1 Cronache 20, 6, ove si legge che il Re Og di Bašan, uno dei re
degli Amorrei, “… era rimasto l’unico superstite dei Refaim (altra stirpe
di Giganti). Ecco, il suo letto, un letto di ferro, è lungo nove cubiti …”
(Deuteronomio 3, 11) = 4 metri !
La letteratura rabbinica, stando alla “Jewish
Encyclopedia” (Enciclopedia Ebraica), riporta che Og non morì durante il
Diluvio: le acque gli arrivavano solo alle caviglie…
La cosa inspiegabile è che molti
particolari che si trovano nella Bibbia, anche i più discutibili, vengono
accettati «sic et simpliciter», mentre la narrazione dei Giganti, citata con
dovizia di dettagli, viene ignorata o definita «leggenda». Evidentemente, alla
storia nascosta della civiltà umana appartengono quegli episodi o ritrovamenti,
scomodi alla «scienza ufficiale», che la stessa ha sempre rifiutato e mai
riconosciuto, spesso addirittura distruggendone le prove, solo per mantenere
ostinatamente lo stereòtipo della specie umana e della sua evoluzione.
L’archeologia è piena di
occultamenti e distruzione di reperti, un modo per tenere la storia nascosta,
un modo per negare l’esistenza di una razza umana diversa da come ce l’hanno
sempre raccontata.
La «storia nascosta» dell’umanità
sta venendo fuori, piano piano, dalle nebbie del tempo e dalla cortina fumogena,
creata dalla scienza ufficiale.
Ma torniamo alla BIBBIA e
precisamente alla nota vicenda di Caino che, ucciso il fratello Abele, viene
maledetto da Dio e cacciato dal territorio:
GENESI, 4: 14-17.
14 Ecco, tu mi scacci oggi da
questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; sarò vagabondo e fuggiasco
sulla terra e chiunque mi troverà mi ucciderà».
15 Ma il Signore gli disse: «Perciò chiunque ucciderà Caino subirà la
vendetta sette volte!». Il Signore impose a Caino un segno, affinché nessuno,
trovandolo, l’uccidesse.
16 Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente
di Eden.
17 Ora Caino si unì alla moglie che concepì e partorì Enoch; poi
divenne costruttore di una città, che chiamò Enoch, dal nome del figlio.
Ora facciamo alcune riflessioni.
Caino rischiava di essere ucciso
durante il suo peregrinare: ma da chi? Non c'erano solamente lui e i genitori
(Adamo ed Eva), a quel tempo, sulla terra?
Caino non fondò il «paese di Nod»,
ma lo abitò. Pertanto, già esisteva un altro insediamento umano.
Caino si sposò dopo essere giunto
nel paese di Nod: e con chi? Non certo con l’unica donna IN TEORIA esistente
sulla Terra (Eva, sua madre). Ma allora, quanta gente abitava la Terra al tempo
di Adamo?
QUINDI: evidentemente sulla Terra
già esistevano altri gruppi etnici, che fra l’altro erano a conoscenza del
fratricidio. Caino pronunciò quella frase perché era consapevole del rischio
cui andava incontro: essere giustiziato dai conterranei per vendicare
l'uccisione di Abele. E Yahweh lo conferma: a quei tempi esisteva la legge
dell’«occhio per occhio…».
Ed ora facciamo un salto nel
tempo, arrivando a quello relativamente più vicino a noi.
In tutto il mondo ci sono
tantissimi ritrovamenti di scheletri giganti, ma non tutti si possono definire
autentici. La presenza dei veri scheletri giganti non è approvata ancora
dall'archeologia ufficiale, probabilmente perché, se verrà confermata, dovremo
riscrivere la nostra storia. Anche perché, oltre che la Bibbia, parlano di
«GIGANTI» molte civiltà antiche, come gli Egizi, i Maya, gli Indiani, i Dogon
africani, i Nativi Americani e la mitologia greca.
Nel giugno del 2011, la Правда
(Pravda = verità…) rivela al mondo una notizia incredibile: un gruppo di
archeologi ha rinvenuto una sepoltura misteriosa nella giungla dell’Africa
Centrale, nei pressi della città di Kigali, Ruanda. All’interno del sepolcro
sono stati trovati gli scheletri di creature umanoidi gigantesche.
Le 40 fosse comuni contenevano
circa 200 corpi, tutti perfettamente conservati. Le creature erano alte circa 7
metri e le loro teste sembravano essere decisamente grandi e sproporzionate
rispetto al resto del corpo.
In un primo momento, gli stessi
archeologi ipotizzarono che si potesse trattare di visitatori provenienti da un
altro pianeta, morti a causa di una catastrofe, ma nessun segno di atterraggio
e né relitto della navicella sono stati rinvenuti.
La storia dei diciotto scheletri
giganti del Winsconsin.
Si tratta di una storia curiosa
avvenuta circa un secolo fa, una vicenda che da una parte confermerebbe
l’esistenza dei giganti e, dall’altra, confermerebbe la sensazione di molti,
secondo la quale esisterebbe un’archeologia proibita, nella quale archiviare
scoperte scomode, che potrebbero svelare all’umanità la vera storia della sua
evoluzione.
Nel maggio del 1912, un team di
archeologi del Beloit College, in uno scavo realizzato presso il lago Delavan,
nel Winsconsin, portò alla luce oltre duecento tumuli con effigie che furono considerate
come esempio classico della cultura Woodland, una cultura preistorica americana
che si crede risalga al primo millennio a.C.
Ma ciò che stupì i ricercatori fu
il ritrovamento di diciotto scheletri dalle dimensioni enormi e con i crani
allungati, scoperta che non si adattava affatto alle nozioni classiche
contenute nei libri di testo. Gli scheletri erano veramente enormi e, benché
avessero fattezze umane, non potevano appartenere a esseri umani normali.
La notizia ebbe una grande eco e
fece molto scalpore, tanto che il New York Times riportò la notizia tra le sue
pagine. Forse, a quei tempi, c’era più libertà e meno paura rispetto alle
scoperte che potevano cambiare le consolidate credenze scientifiche fondate
solo su teorie.
E in Asia?
Nella parte settentrionale
dell’India sono stati portati alla luce resti scheletrici di un essere umano di
dimensioni inusitate. Tutto ha avuto inizio da una normale attività esplorativa
nel deserto, in un luogo chiamato "The Empty Quarter" (Il Settore Vuoto),
nel Nord dell'India. La scoperta è stata fatta dall’équipe della «National
Geographic» (divisione dell’India) con il supporto dei militari, in quanto
l’area è sotto la giurisdizione dell’Esercito Indiano. La squadra di
esplorazione ha trovato anche particolari tavolette con iscrizioni in sànscito,
che attestano l’appartenenza dei “Gods of Indian” ad un’era antica, la
mitologica “Brahma”. Secondo questi antichi scritti, a quell’epoca (1500 – 1000
a.C.) vivevano nella zona esseri giganti, che gli dèi indiani, come il
mitologico "Brahma", avevano generato: molto alti e assai potenti, in
grado di abbracciare un grosso tronco d’albero e sradicarlo. Questi esseri,
secondo altre tavole, appartenevano ad una razza di superuomini, che sono
menzionati nel Mahabharata, un poema epico indù scritto fra il IV sec. a.C. e
il IV sec. d.C.
Secondo le iscrizioni rinvenute,
questi uomini giganti furono creati per portare ordine nel mondo, diviso in
fazioni sempre in lotta le une contro le altre. Si crede che anche uno dei
figli di Bhima, uno dei fratelli Pandava, fosse detentore di questi geni. In
seguito, questi semidei (ASURA), cui era stato dato tutto quel potere, si
rivoltarono proprio contro gli dèi originari e trasgredirono oltre ogni limite
la loro supremazia. Di conseguenza, essi furono distrutti dal dio Shiva.
Un caso particolare, relativo al
mistero archeologico/paleontologico dei giganti, lo troviamo a “casa nostra”,
in Sardegna, per la precisione a Pauli Arbarei (CA), nel Medio Campidano. Luigi
Muscas, pittore e scultore, nato a Villamar nel 1962 e dal 1971 residente
appunto a Pauli Arbarei, ha ricordi molto precisi in proposito. Da bambino,
nell’accudire il gregge di pecore a lui affidato, si trovò faccia a faccia con
uno scheletro gigantesco, seppellito in una tomba sulle alture vicino al paese.
«Un giorno, era il 18 febbraio
1972, come di consueto, dopo la scuola, portavo le pecore al pascolo quando un
temporale mi sorprese e mi costrinse a cercare riparo in una grotta vicina.
Quando vi entrai, vidi uno scheletro molto grande le cui dimensioni, mi resi
conto, erano molto al di sopra della norma. La testa, per dare un’idea, era
grande più o meno come un televisore da 26 pollici e gli arti superiori erano
lunghi quanto me, che allora ero alto circa 1 metro e 20. La tomba aveva
dimensioni eccezionali, più di 4 metri di lunghezza, ma i ricordi ancestrali e
le tramandazioni scritte e orali dell’Isola la farebbe definire “piccola”, dato
che l’altezza media dei “Giganti”, anche quelli sardi, raggiungeva i 6 metri».
E’ lecito a questo punto
chiedersi: dove sono finiti gli scheletri di questi esseri giganteschi? Domanda
più che legittima, ma che al momento non ha una risposta certa. Muscas afferma
che negli anni sono stati ritrovati moltissimi scheletri, ma tutti sono stati
fatti scomparire in un modo o nell’altro: commercio illegale di reperti
archeologici, distruzione, occultamento. Insomma, sarebbe un vero e proprio
«cover-up».
Cui prodest? Chi ha interesse a
nascondere quello che sarebbe un pezzo importantissimo del nostro passato? Non
si vuole che la storia si riveli diversa da quella che ufficialmente, da anni,
si studia a scuola? Non sarebbe una novità, anche se, col tempo, molte nuove
scoperte (come ad esempio quella delle piramidi europee) stanno portando alla
necessità di riscrivere la storia stessa. Ci sono centri di potere che
volutamente occultano reperti?
Muscas ricorda che quando era
bambino gli scheletri ritrovati venivano mostrati e consegnati alle autorità
competenti o agli esperti e quasi sempre sparivano nel nulla, subito dopo...
Molti abitanti della zona hanno trovato parecchi reperti nelle loro terre, ma
il più delle volte hanno nascosto tutto, hanno frantumato le ossa con i
trattori, le hanno portate alle discariche, oppure bruciate: temevano di non
poter avere più accesso alle proprie terre, cosa che accade nel momento in cui
si individuano nel sottosuolo reperti di interesse archeologico. Muscas
ipotizza anche che qualcuno abbia guadagnato parecchio dal commercio illegale
dei reperti, commercio sicuramente avvenuto anche in relazione agli scheletri
dei giganti. Egli stesso ha avuto informazioni in merito all’esistenza di musei
privati in cui si possono ammirare numerosi scheletri giganteschi,
elegantemente ricomposti nelle teche per il piacere del proprietario.
Muscas sostiene che anche la
Chiesa ha contribuito ad occultare gli scheletri o a promuoverne la
distruzione: tutti i reperti che sono stati affidati ad ecclesiastici sono
misteriosamente scomparsi; racconta anche di essere stato ingannato da chi, con
la promessa di analisi e studi che poi sono stati disattesi, ha portato via
gran parte del patrimonio da lui custodito.
A questo punto resta un
interrogativo storico di grande rilevanza: chi furono i nostri progenitori? Da
quale etnìa proveniamo? Se c’era un popolo di giganti nel nostro remoto
passato, che fine ha fatto?
L’esistenza di uomini giganti sul
nostro Pianeta è uno di quegli enigmi che ogni tanto riscuote qualche interesse
da parte dei media. Spesso, peraltro, i ritrovamenti di ossa di misura fuori
dal comune vengono liquidati con l’etichetta “affetto da gigantismo”.
L'acromegalia (dal greco άκρος akros "estremo" o
"estremità" e μεγάλος megalos "grande" che significa
"crescita delle estremità") è un quadro clinico patologico derivato
dall'esposizione dell'organismo ad un eccesso di ormone della crescita (GH)
nell'età postpuberale e dal conseguente aumento del fattore di crescita
insulinosimile 1, detto anche IGF-1, secreto principalmente dal fegato in
risposta al GH.
Certo, il gigantismo esiste, così
come il nanismo, ma forse vale la pena di provare ad approfondire l’argomento,
anche perché di giganti si parla nella Bibbia, nelle leggende greche,
orientali, africane, americane, insomma nelle cronache più antiche del Pianeta.
L’evoluzione della specie è
andata proprio come ce la raccontano? Sembra esserci una sorta di «cover-up»
sul problema: spesso i reperti giganteschi scompaiono nel nulla o vengono
addirittura distrutti; i ricercatori che li trovano talora ritrattano e i
giornali che ne pubblicano notizia si scusano con i lettori per aver pubblicato
un falso. E’ mai possibile che tutti, ma proprio “TUTTI” i ritrovamenti siano
inattendibili? E come mai rimangono scarsissimi reperti a disposizione di una
completa indagine scientifica?
Il 27 agosto 2011, il giornalista
Jaime Eduardo Rodriguez Tanguay pubblica sul WEB il filmato d’un incredibile
ritrovamento archeologico in Ecuador, in uno dei luoghi denominati The Lost
City of Giants (La città perduta dei Giganti), trasmesso nel corso d’un
programma televisivo, condotto dal famoso regista Alfonso Espinosa De Los
Monteros ed imperniato sulle esperienze personali di un prete (una volta
tanto…), padre Carlos Miguel Vaca Alvarado, nato il 25 agosto 1912 a Loja, in
Ecuador, che ha custodito per decenni (fino alla morte, 1999) frammenti di ossa
e resti di scheletri di dimensioni immense.
E’ stato il sacerdote della
parrocchia di Changaimina, nella provincia di Loja Gonzanamá, in Ecuador. Padre
Carlos Vaca era un prete cattolico, musicista ed archeologo, che ha scoperto
nel 1965 un insediamento archeologico sotterraneo di scheletri giganti, che
sono stati successivamente esposti nel suo museo, noto come il “Museo di Padre
Vaca”.
La collezione comprendeva ossa di
giganti, presumibilmente di sette metri di altezza, che abitavano l’Ecuador e
altre parti dell’America centro-meridionale migliaia di anni fa. Alcuni dei
frammenti ossei sono stati inviati all’Istituto «Smithsonian» per ulteriori analisi:
come vedremo in seguito, questo Istituto è stato indagato e condannato dalla
Corte Suprema degli Stati Uniti, per occultamento e distruzione di migliaia di
“scheletri di proporzioni gigantesche”.
La maggior parte delle ossa era
costituita da frammenti di esseri che avevano un’altezza di circa 7 metri,
recuperati presso un sito chiamato “Changaimina”, che tradotto significa
(curiosamente) “cimitero degli Dèi”.
In passato la gente ha trovato
scheletri di dimensioni immense in diverse parti dell’Ecuador: secondo i
rapporti, gli esperti hanno recuperato ossa e scheletri di individui simili
agli esseri umani, ma di dimensioni molto più grandi. Molti di questi scheletri
rimasero nascosti alla stragrande maggioranza del pubblico, ospitati in
collezioni private di tutto il mondo. Dopo la morte di padre Vaca, come è
successo con il museo di padre Crespi, il suo museo è stato saccheggiato e
moltissimi reperti sono andati perduti.
Nelle immagini che seguono, il gigante
in piedi è la ricostruzione dei frammenti che sono stati trovati in Ecuador
negli anni ’60 e può essere visto nel «Mystery Park» di Interlaken (Svizzera),
realizzato nel 2004.
Ora la domanda sorge spontanea:
“Sì, vabbè, ma le prove?”…
Dic. 2014: USA, rivelazione
shock: “SMITHSONIAN INSTITUTION” ammette la distruzione di migliaia di
scheletri umani giganti.
Una sentenza della Corte Suprema
degli Stati Uniti ha costretto la «Smithsonian Institution» a rilasciare
documenti classificati, risalenti agli inizi del 1900, dove esistono le prove
della distruzione di migliaia di scheletri umani giganti.
Sentenza atta a dimostrare che
l’organizzazione è stata coinvolta in un sistematico insabbiamento storico di
prove che dimostravano i ritrovamenti di migliaia di scheletri di esseri umani
giganti, in numero di decine di migliaia, scoperti in tutta l’America. Gli
ordini di distruzione dei reperti sono stati impartiti da amministratori di
livello superiore, per garantire la protezione della cronologia storica
corrente in merito all’evoluzione umana.
Le accuse sono partite dall’ente
americano di Archeologia Alternativa (AIAA) e la decisione non è stata presa
bene dalla Smithsonian, che ha reagito facendo causa all’organizzazione per
diffamazione e il danno di immagine dei 168 anni dell’Istituzione.
Ma la contro-causa non ha avuto
effetto: durante il dibattimento in tribunale, sono stati messi agli atti
decine di nuovi elementi di prove e testimonianze su come la Smithsonian abbia
sistematicamente distrutto i ritrovamenti di decine di migliaia di scheletri
umani. «…una realtà storico-archeologica che per diversi motivi non si può
ammettere …», così sostiene il portavoce di AIAA, James Churward.
Il punto di svolta del caso si è
verificato quando un reperto femorale umano, lungo 130 cm., è stato mostrato
come prova in tribunale. Ciò ha inferto un duro colpo agli avvocati della
Smithsonian, anche perché non si spiegava come l’osso potesse essere stato
trafugato dal Museo stesso. Ma in realtà era stato sottratto all’Istituto da
uno dei suoi curatori di alto livello a metà del 1930. Questo personaggio aveva
tenuto l’osso per tutta la vita ed ha ammesso sul letto di morte (e anche per
iscritto) che quel reperto dimostrava l’atteggiamento insabbiatorio ed
oscurantista in atto alla Smithsonian per decenni.
Nella lettera, quel che colpisce
un po’ tutti gli amanti dell’archeologia misteriosa è quanto segue:
“Si è perpetrato un affronto terribile al popolo americano. Stiamo
nascondendo la verità sui progenitori dell’Umanità, i nostri antenati, i
giganti che popolavano la Terra, come ricordato nella Bibbia e nei testi
antichi di tutto il mondo”.
C’è stata una copertura
importante da parte delle istituzioni archeologiche occidentali fin dai primi
anni del 1900, occultando luoghi in cui non è inconsueta la scoperta di resti
umani giganti. Ma anche tutt’ora, questi ritrovamenti non vengono denunciati né
dai media né dalle agenzie di stampa, come se ci fosse un ordine superiore, una
sorta di omertà sul tema.
Il rilascio pubblico di questi
documenti aiuterà (o metterà in forte imbarazzo, se non in discredito…; ndr.)
archeologi e storici ufficiali a rivalutare le attuali teorie sull’evoluzione
umana. Finalmente, dopo più di un secolo di bugie, la verità sui nostri
antenati giganti potrà essere rivelata al mondo», dichiara visibilmente soddisfatto
dalla sentenza del tribunale il direttore dell’AIAA, Hans Guttenberg.
RIASSUMENDO…
Tutti i processi indiziari
(quelli, cioè, privi della «pistola fumante»), che portano alla condanna dei
sospettati, NON sarebbero validi «ab origine», se non si tenesse conto della
«CONTRADDICTIO SINE QUA NON»…
1 – I «GIGANTI», a qualsivoglia
«philum genetico» siano appartenuti, COESISTEVANO al tempo di Adamo ed Eva, al
di fuori dell’Eden; quindi Adamo ed Eva NON erano i primi, unici progenitori
della specie umana;
2 – Quando Caino fu cacciato
dall’EDEN, perché avrebbe dovuto temere di essere ucciso? Da chi, se IN TEORIA
all’esterno del paradiso Terrestre non dovevano esserci altre creature?
3 – Perché QUASI TUTTI i
ritrovamenti di presunti resti umani giganteschi (> di 3 m.) sono stati
classificati come:
a) gigantismo; b) bufale
(ritoccate o manipolate, se non del tutto «create», al computer: ma nel 1912 non esisteva Photoshop…); c) reperti
«richiedenti ulteriori conferme ed approfondimenti scientifici», fatti in seguito
«sparire» e di cui si sono perse le tracce (complici i media, che subito ne
danno notizia e poi, se non la smentiscono «sotto tortura», non possono parlare
degli ulteriori sviluppi…) o ancora rinchiusi ed occultati in reconditi
magazzini museali, rifiutandone le
incontestabili analisi del DNA?
4) – C’è voluta solo l’audace ed
encomiabile iniziativa (e, ovviamente, il denaro per gli avvocati…, oltre alla
FOIA = Legge per la Libertà d’Informazione) della AIAA per sfidare un «colosso»
istituzionale come la Smithsonian, indiscussa paladina naturalistica da 168
anni, costringendola ad ammettere che dai primi del 1900, data dei ritrovamenti
più clamorosi negli USA, ha costantemente insabbiato, se non letteralmente
«ridotte in cenere», quelle ossa che avrebbero costretto i Soloni universitari
a buttare i libri di testo «canonici» e scriverne di nuovi.
Ptolemaic-Era Black Granite Sarcophagus
Discovered in Alexandria
by Jason Daley, July 5, 2018;
www.Smithsonian.com
Pensavo di aver chiuso con le
notizie circa i ritrovamenti, quando invece, il 5 luglio 2018, veniva
pubblicata sul WEB un’altra, ipotetica conferma dell’esistenza di giganti,
anche nell’antico Egitto. La notizia non sembra essere la consueta «fake new»
estiva, in quanto proviene (quando si parla della sincronicità…) proprio dalla
«SMITHSONIAN»; la quale, dopo la batosta legale, non dovrebbe avere alcun
interesse nel diffondere ulteriori bugie…
Un sarcofago di granito nero di
inusitate dimensioni è stato scoperto di recente nel quartiere Sidi Gaber di
Alessandria, in Egitto, a circa 5 metri sotto terra. È un ritrovamento
affascinante per gli Archeologi e il professor Ayman Ashmawy, del Ministero
delle Antichità egiziano, sostiene che lo strato di malta ancora intatto tra il
coperchio e il corpo della bara indica che non è stato aperto da quando è stato
sigillato più di 2.000 anni fa. Il sito nel suo insieme risale al periodo
tolemaico, tra il 305 ed il 30 a.C.). Mostafa Waziri, segretario generale del
Supremo Consiglio delle Antichità, afferma che è il più grande sarcofago mai
ritrovato: è lungo circa m. 2,65, largo m. 1,65 e alto m. 1,85. Secondo Andrew
Lawler della «Smithsonian», i ricercatori hanno spesso trascurato gli scavi
nella leggendaria città fondata da Alessandro Magno e governata dal suo stretto
consigliere Tolomeo e dai suoi discendenti dopo la morte dell'omonimo.
BIBLIOGRAFIA, FONTI E CITAZIONI:
https://www.universo7p.it/smithsonian-ammette-distruzione-migliaia-scheletri-giganti-umani/ultimi-articoli/
http://portalemisteri.altervista.org/blog/usa-sentenza-shock-smithsonian-ammette-distruzione-scheletri-giganti/
https://www.uforay.net/smithsonian-ammette-la-distruzione-di-migliaia-di-scheletri-giganti-umani/
https://ununiverso.it/2017/06/08/usa-sentenza-shock-smithsonian-ammette-distruzione-di-scheletri-giganti/
https://architetti-del-tempo.blogspot.com/2015/06/listituto-smithsonian-ammette-la.html
http://www.filosofiaelogos.it/News/L%27istituto-Smithsonian-ammette-la-distruzione-di-migliaia-di-giganteschi-scheletri-umani.html
https://www.google.it/search?q=smithsonian+ammette+la+distruzione&hl=it&rlz=1Q1GGLD_itIT462IT463&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ved=0ahUKEwjJ-Iiizr7bAhVE8RQKHQY_DDoQsAQITw&biw=1366&bih=634
https://www.google.it/search?q=smithsonian+museum&hl=it&rlz=1Q1GGLD_itIT462IT463&tbm=isch&tbo=u&source=univ&sa=X&ved=0ahUKEwjo866n0b7bAhVIuhQKHTKyD0kQsAQIigE&biw=1366&bih=634
http://www.libreidee.org/2017/02/bufale-giganti-per-seppellire-indizi-sui-giganti-veri/
http://www.immagineperduta.it/giganti-nella-bibbia-non-solo/
http://biblicamente.altervista.org/nefilim.php
http://win.storiain.net/arret/num147/artic5.asp
http://www.utopia.it/adamo_eva_non_primi_esseri.htm
http://mistero.me/misteri/archeologia-misteriosa/i-nephilim-tra-mito-e-realta/
https://ilnavigatorecurioso.myblog.it/?s=giganti&submit=Cerca
http://thedayafter2012.blogspot.com/2017/03/chi-erano-gli-uomini-giganti-della.html
http://www.shan-newspaper.com/web/misteri/345-esistevano-gli-uomini-giganti.html
http://www.italianosveglia.com/scheletri_giganti_alti_7_metri_perche_la_storia_lo_nasconde-b-103486.html
http://telodiciamonoisevuoi.altervista.org/2017/03/11/la-storia-nascosta-scheletri-giganti-7-metri-altezza/