di Giorgio Pattera
Rendo pubblica, affinché non se ne perda la memoria storica, questa “confessione” (anche se tardiva), ricevuta da un conoscente, persona della quale garantisco la massima affidabilità. Gli eventi in oggetto, condivisi solo col sottoscritto, noto al testimone come “addetto ai lavori”, sono alquanto datati, ma comunque minuziosamente dettagliati e di notevole interesse ufologico, oltreché confermati in parte mediante l’incrocio dei dati contenuti nella casistica del C.U.N., di cui sono tuttora Consulente Scientifico.
“Aprile 1975, tra le 01:00 e le 03:00 della
notte. Come anticipato per telefono, riguardo al mio piccolo "segreto"
(che desidero rimanga confidenziale, almeno per ora), gli oggetti avvistati a Decimomannu erano due, durante un turno
di guardia alla pista della base RSSTA-NATO
(Reparto Sperimentale e di
Standardizzazione Tiro Aereo).
Se l'arco visibile di
un oggetto (in teoria, dipendente da vari fattori) a 10 km di altezza è pari a
circa 700 km da un punto sull’orizzonte fino all’orizzonte contrapposto (in
quel caso specifico, dalla Tunisia, verso sud, a quasi la Corsica, verso nord),
alla massima visibilità (e quella notte era particolarmente limpida), dallo
"spuntare" a sud degli oggetti (zona mare tra Tunisia e Sardegna)
fino ad una virata verso l'alto, a 90° (!!), con un raggio di curvatura
estremamente piccolo, avvenuta poco a nord della mia perpendicolare (± 4°- 5°), grossomodo
in corrispondenza del centro-sud Sardegna (poco più a nord dell’aeroporto,
quasi sopra per intenderci), la tratta percorsa doveva essere intorno ai 250 km
(tragitto rilevato poi anche su cartina).
Il
tempo (cronometrato approssimativamente, facendo a memoria lo stesso movimento
col capo), era stato per la tratta orizzontale di 4 secondi (ma forse anche
meno).
E
quindi la virata, in seguito alla quale mi sono dovuto ricredere dal poterli classificare
nell’immediato come meteore… C’era inoltre la questione che i due oggetti erano
perfettamente uguali tra loro, ben allineati, ben affiancati secondo la visuale
in prospettiva e con tragitto iniziale, di provenienza, orizzontale, piuttosto
più in leggera ascesa che non discendente; luci inoltre troppo nitide e troppo
“tinta smeraldo”, prive di sfumature da fumo o scie. Le luci stesse, sempre
appaiate durante ed in seguito alla virata, a conferma della formazione tenuta
in precedenza, durante il volo livellato o in lieve salita, si sono poi rimpicciolite,
andando verticalmente verso l'alto e mantenendo la formazione, ma avvicinandosi
fra loro, con una prospettiva di fuga apparentemente perfetta, fino a svanire
nell'arco di circa 1 secondo. (un attimo). Questo mi ha fatto supporre che si
muovessero ad una quota iniziale di volo molto più alta di 10 km e che avessero
dimensioni veramente "gigantesche" (o luci incredibilmente intense,
mai pallide, verde-intenso e brillante). Sempre restando come riferimento su
una quota di 10 km, la velocità, per una tratta di oltre 250 km percorsi in 4
sec., quella che un aereo impiega una ventina di minuti a percorrere, sarebbe
stata di almeno 225.000 km/h e, se a
quote superiori, proporzionalmente maggiore. Una velocità invece incalcolabile,
nel senso di inconcepibile, nell’accelerazione di fuga verso l'alto, seguita
alla virata, confermata dall’effetto prospettico relativo e tridimensionalmente
coerente come una coppia, con la direzione, l’incremento di velocità e lo
“svanire gradualmente nel nulla”, ma il tutto nell’arco di circa un secondo…
Il rapporto cui si riferisce il CUN (Decimomannu, a pag.75), che ho ripreso alcuni giorni fa, (ma ho dubbi, in quanto non c’è una data specifica ed io purtroppo ho perso il taccuino con tutte le annotazioni, inclusa l’ora ed il giorno esatti) è forse riferito ad un successivo avvistamento avvenuto il giorno seguente, al quale ho preso parte indirettamente, ma nel mio caso avvenuto nel primo pomeriggio (non alle 21:00, come specificato dal CUN). Non come testimone diretto stavolta, ma come addetto alla cassa del locale adibito al Bar, nonostante la nottataccia di guardia in pista (si era solamente in 3 o 4 per la gestione e si "andava" quando occorreva). Ad un certo punto è entrato un Maresciallo visibilmente turbato, agitatissimo, letteralmente impallidito, che si è fatto strada a strattoni per prendere il telefono appoggiato al bancone ed ha chiamato il Centro di Avvicinamento/Torre di Controllo, chiedendo in modo concitato se avessero intercettato "qualcosa": la risposta fu positiva, si limitò a ripetere “di origine sconosciuta, eh...?”.
Nemmeno il tempo di chiedere dettagli e riferire quanto avessi visto io durante la notte precedente, che letteralmente scappò via, probabilmente correndo a verificare di persona presso il reparto “Avvicinamento”.
Se non ricordo male, sull’Aeroporto di Decimomannu sono stati registrati dal CUN altri 3 avvistamenti, nel ‘78 – ‘88 - 2011, ma già nel ‘75, senza che vi fossero dettagli in merito, ne erano stati registrati 4 o 5, uno dei quali a Serramanna e al Villaggio Azzurro, che era la zona residenziale esterna degli Ufficiali italiani (per ovvi motivi, non segnalato direttamente dai sistemi aeroportuali, ma da persone fisiche)”.
Qui termina la descrizione dell’avvistamento, che, come i lettori possono riscontrare, mantiene ancor oggi, dopo così tanti anni, la partecipata concitazione del giovane Aviere di leva: nulla, infatti, mi sono permesso di modificare rispetto alla sua testimonianza originale…
E, come al solito, se qualcuno ha qualcosa da aggiungere, è sempre il benvenuto!
Nel frattempo, in Sardegna, gli avvistamenti di U.A.P. (Unidentified Aerial Phenomena, oggi l’Office of Naval Intelligence degli Stati Uniti ha deciso di chiamarli così) continuano…