domenica 14 marzo 2021

RAPIMENTI ALIENI: ENIGMA AFFASCINANTE ED INSOLUTO

 


                                             Testo e riferimenti di

                                    Emilia Ventura Balbi - Genova

                                   Coordinatrice C.U.N. – Liguria

 

                                 Revisione e adattamento a cura di

                  G.Pattera – Commissione Scientifica C.U.N. - Parma 

      

Nel 1982, sulla pubblicazione periodica “SKY WATCH”, edita dal Centro Ufologico Nazionale di Genova, Roberto Balbi, responsabile CUN per la Liguria, scriveva:

«UFO: una sparizione voluta?

Gli UFO non si fanno più vedere: è una constatazione di fatto…

È in questo contesto che vedo l’intelligenza d’un “REGISTA”, molto scaltro, che gestisce la questione UFO. Dopo averci concesso l’ebbrezza di innumerevoli avvistamenti, di massicci flaps, d’incontri con esseri antropomorfi d’ogni aspetto e dimensione, dopo aver gettato qua e là manciate di pterodattili, piccoli dinosauri, uomini falena e chi più ne ha più ne metta, il “regista” ci toglie tutto, improvvisamente e senza preavviso. Sogghignando, assiste al disorientamento degli studiosi e degli appassionati ed aspetta (tanto, a “LUI”, il tempo non manca…) lo svolgersi degli eventi».

Non vi sembra che quanto sopra affermato possa essere applicato anche ai nostri giorni, dopo quasi 40 anni? Soprattutto per ciò che riguarda la felice intuizione del REGISTA?

All’epoca il caso Zanfretta era ancora abbastanza recente (il tutto era iniziato nel 1978), ma per il sovrapporsi di altri avvenimenti, noi del Centro Ufologico Nazionale non avevamo più la possibilità di tastare il polso alla situazione. 

Inoltre, a parte il rapimento dei coniugi Hills negli USA (il cui libro, pubblicato in Italia nel 1974, è stato presente nella nostra libreria fin da subito), non avevamo altri punti di riferimento per interessarci più a fondo del caso, poi ripreso nel 1975 col film per la TV “The UFO Incident”  e nel 1996 con la serie televisiva “Dark Skies - Oscure presenze”. L’UFO (inteso come “disco volante” = luce abbagliante, che sfreccia veloce nel cielo…) e le orme circolari sul terreno ove a volte si posa, attiravano molto di più la nostra attenzione. Allora le abductions erano ancora di là da venire, qui in Italia, mentre in America Latina e negli USA costituivano già un fatto… routinario…!!!

In questi ultimi tempi, costretti dalle incombenti quanto inattese esigenze sanitarie, ci siamo dedicati più a fondo a questa fenomenologia, iniziando a leggere in ordine cronologico i vari libri che riposano allineati sulla libreria da molto tempo.

È stato come aprire il vaso di Pandora…!!!

Man mano che procedevamo nella lettura, venivamo a conoscenza di molteplici casi di abductions, riportati con dovizia di particolari e la nostra convinzione sull’idea del regista si faceva strada sempre più prepotente; di conseguenza, l’impressione di essere “polli da allevamento” o “cavie da laboratorio” o, peggio, la “Disneyland degli Alieni” ci sconcertava non poco. Sembra chiaro, infatti, che dietro tutto questo si muova una regìa che prepari il “set” in cui operare indisturbato; tanto gli addotti, volenti o nolenti, seguiranno per filo e per segno le sue direttive. Tutto è concertato con precisione: dai testimoni agli oggetti nel cielo, dalle luci alle finte apparizioni; testimoni numerosi che assistono all’evento, altri che, pur presenti, non si accorgono di nulla; e così via…

Il rapimento di Linda Cortile (New York, 1989; cfr. Budd Hopkins, “WITNESSED”) ne è un esempio chiaro ed impressionante.

Anche in quel caso tutto sembra essere stato pianificato a puntino: tanti testimoni (guardie addette alla sicurezza, quindi più attente ad eventi particolari), importanti personaggi politici ed altre persone, diciamo, “normali”… Tutti questi soggetti assistono sbalorditi al rapimento di Linda Cortile (nome fittizio), che alle tre del mattino viene prelevata dal suo appartamento, sito all’undicesimo piano di un grattacielo di Manhattan.

La vedono fluttuare nell’aria, accompagnata da tre alieni che sembrano sorreggerla… Le auto dei testimoni in quel preciso istante rimangono “in panne”… ed un’astronave luminosissima staziona sopra l’edificio, in attesa degli “ospiti”… E allora, direte voi, tutti i testimoni racconteranno il fenomeno, fornendo ognuno la propria versione… nemmeno per idea ! Nonostante quanto visto, fra i numerosi testimoni alcuni parlarono, altri non ne ebbero il coraggio, altri ancora si rifiutarono categoricamente di farlo e nemmeno vollero essere avvicinati dagli “addetti ai lavori”… Se il “regista” ha voluto fare un esperimento per uscire allo scoperto ed aprire finalmente una finestra sull’altra dimensione, beh… non ci è riuscito; ha fallito, perché l’avvenimento ha avuto ancora meno eco degli altri molto più lineari e tutto è passato quasi sotto silenzio. Perché? Forse perché è stato il primo tentativo, “coram populo”, di manifestarsi apertamente “per vedere l’effetto che fa”… ma non ha funzionato.

Nell’ultimo libro di Budd Hopkins (“SIGHT UNSEEN”, 2005) sono riportati numerosi casi di rapimento avvenuti con differenti modalità: sembra che il “regista” abbia studiato altri set ed abbia portato avanti altri esperimenti, che noi non possiamo comprendere in quanto le nostre ricerche e relative scoperte scientifiche sono lontane anni luce rispetto a quello che “LORO” sono in grado di fare. Ci guardano, ci controllano, fanno esperimenti, riescono persino a rendersi invisibili o a rendere invisibili in un attimo persone che stanno per essere fotografate su una spiaggia… e noi restiamo impotenti, di fronte alla imprevedibilità degli eventi.

Se facessimo un ideale schema riassuntivo dei vari rapimenti “conosciuti” (perché chissà quanti ne sono capitati, ma gli addotti non ne hanno MAI parlato), dicevo, se facessimo uno schema sulle modalità di questi rapimenti “alieni”, completi di analisi cui sono stati sottoposti i malcapitati e le relative apparecchiature impiegate, vedremmo che il tutto avviene in un “crescendo” che noi non riusciamo più a seguire: gli addetti ai lavori non possono fare altro che interrogarsi non tanto sul COME, ma più che altro sul PERCHÉ.

Ci manipolano la mente, modificano i geni e le cellule somatiche; cancellano la memoria di quanto visto o subìto; lasciano strane cicatrici, a volte permanenti; “rubano” ore del nostro tempo (“missing time”): insomma, sembrano disporre a proprio piacimento dell’umana esistenza…

CI DOBBIAMO PREOCCUPARE ? FORSE SÌ…